Truffa al prete da novemila euro

Lunedì 16 Aprile 2018
BANDA DI TRUFFATORI
ROVIGO Una truffa diabolica, studiata nei minimi dettagli, che ha visto cadere nella rete di abili truffatori almeno una quindicina di persone, 13 dei quali sacerdoti, fra i quali anche un attempato parroco polesano, con un ulteriore tentativo andato a vuoto sempre in Polesine. Già nel giugno scorso i carabinieri di Lendinara avevano individuato i possibili responsabili delle due truffe, una compiuta e una solo tentata, in un quartetto di persone, tutte residenti in Brianza, una donna e tre uomini, denunciati a piede libero. Proprio per queste stesse quattro persone, Fabio Sacchi di 50 anni, Claudio Piacente di 36 e Concetta Di Franco di 45, tutti nati nell'hinterland milanese, e Mario Giordo 62 anni, di origini sarde, sabato è scattato l'arresto da parte dei carabinieri del Comando Provinciale di Padova con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al compimento di truffe.
QUATTRO IN CARCERE
La misura di custodia cautelare in carcere è stata disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza Silvia Pansini sulla base di quanto emerso dalle indagini dei carabinieri patavini, nonché della possibilità di reiterazione del reato nei confronti di persone particolarmente vulnerabili a causa dell'età e, soprattutto, della loro predisposizione morale, visto che le vittime designate erano tendenzialmente sacerdoti. Lo stesso quartetto, infatti, secondo quanto illustrato dagli inquirenti, anche dopo essere stati denunciati e perquisiti, nel marzo dello scorso anno, avrebbero continuato imperterriti con la loro attività di truffatori. Il loro scherzo da prete era ben strutturato. Innanzitutto le vittime prescelte venivano selezionate con certosina meticolosità, redigendo veri e propri elenchi. Poi, il tranello veniva teso con tre successivi passaggi. Il primo, una telefonata di un sedicente dipendente del Tribunale di Milano che spiegava che vi era una citazione in udienza per il mancato pagamento dell'abbonamento ad alcune riviste di vigili del fuoco e forze dell'ordine e che avrebbe chiamato a breve un legale della controparte per una transazione. Secondo passaggio, la telefonata del falso avvocato, che spiegava come tutto poteva essere sanato con un pagamento. L'ultimo passaggio, il più elaborato, era l'invio di documenti via fax con la falsa intestazione Tribunale di Milano - Sezione penale Direttissime con l'indicazione delle contestazioni e la cifra da versare sul conto corrente. E, in buona fede, è proprio il caso di dirlo, in tanti hanno pagato. Oltre 152mila il totale delle 15 truffe emerse, compiute nelle province di Padova, Rovigo, Treviso, Gorizia, Udine, Trento e Brescia.
SACERDOTE POLESANO
Poco meno di 9mila quelli che un prete ultrasettantenne della zona di Lendinara ha pagato con più versamenti, rendendosi conto solo in un secondo momento di essere finito nel malefico tranello. Più fortunato un altro parroco, sempre della zona vicina a Lendinara che, pur tratto in inganno, non aveva poi pagato perché si era giustamente rivolto ad un amico avvocato. E l'avvocato, quello vero, ha impiegato ben poco per capire che il sacerdote era stato vittima di un tentativo di truffa e lo ha subito invitato a presentarsi dai carabinieri.
Francesco Campi
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