TRIBUNALE
ROVIGO La truffa del falso avvocato commessa nei confronti di un 93enne

Mercoledì 17 Ottobre 2018
TRIBUNALE ROVIGO La truffa del falso avvocato commessa nei confronti di un 93enne
TRIBUNALE
ROVIGO La truffa del falso avvocato commessa nei confronti di un 93enne disabile è fruttata ai tre fratelli Cangiano, ossia Fabio di 36 anni, Mariano di 34 e Alfredo di 29, una pena complessiva di poco meno di 5 anni con lo sconto di un terzo per i riti alternativi che hanno scelto. Per i tre, assistiti da un avvocato, in questo caso vero e anche molto conosciuto, Luigi De Vita del foro di Napoli, ieri si è conclusa la direttissima di fronte al giudice Laura Contini, iniziata all'indomani dell'arresto del 20 luglio scorso, quando la Squadra mobile li aveva presi letteralmente con le mani nel sacco.
LA SENTENZA
Il maggiore, Fabio, che è stato quello che si è presentato alla porta dell'anziano rodigino spacciandosi per il falso avvocato, ha patteggiato una pena di 1 anno e 6 mesi, mentre i due fratelli Mariano e Alfredo hanno scelto di essere giudicati con rito abbreviato venendo condannati entrambi a 1 e 8 mesi. Per tutti la pena è stata sospesa e a loro carico resta solo l'obbligo di dimora che è stato deciso dal giudice per le indagini preliminari di Forlì per l'altra truffa, compiuta con lo stesso tranello nei confronti di una 79enne forlivese e loro addebitata sempre dalla Mobile di Rovigo dopo gli ulteriori accertamenti sui loro movimenti dello scorso luglio.
LA STORIA
Quel 20 luglio la polizia era stata messa in moto da un altro anziano, che già in passato era stato vittima di una truffa compiuta sempre con la tecnica del falso avvocato, e che aveva chiamato il 113, segnalando di aver ricevuto una strana telefonata da una persona che gli aveva parlato di un presunto incidente subito dal figlio. La segnalazione dell'anziano è stata provvidenziale. Il resto lo ha fatto lo spirito investigativo dei poliziotti che ipotizzando la presenza in città di una batteria di truffatori pronta a colpire, ha setacciato la Commenda. Notando, verso le 12.30, un uomo sospetto uscire da un'abitazione. Nonostante la grande afa, indossava una giacca blu, una coppola grigia e un paio di grossi occhiali scuri. Dai sospetti iniziali all'arresto di tutti e tre i fratelli, è passato molto poco.
La trappola che avevano teso all'anziano consisteva nella solita storiella dell'incidente. In questo caso, le telefonate preparatorie hanno fatto credere all'anziano di parlare con l'avvocato dell'assicurazione della figlia e poi di un carabiniere. I due hanno spiegato che la figlia aveva avuto un incidente in auto e aveva la polizza scaduta: per questo era stata trattenuta, ma tutto poteva essere sanato con l'immediato pagamento di quattromila euro in contanti e anche controvalore in gioielli e che per quest, sarebbe passato subito un incaricato.
Fortunatamente, la polizia è stata pronta a bloccare la loro azione, restituendo il maltolto all'anziano e ammanettando i tre.
Francesco Campi
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