TRASPORTI
ROVIGO Il treno torna al centro del dibattito, fra timori di cancellazioni di linee e promesse di nuovi investimenti da quasi 40 milioni di euro. Mentre a giorni alla stazione di Rovigo inizierà il suo servizio quotidiano Italo, i parlamentari del Pd Diego Crivellari, Giulia Narduolo e Diego Zardini, hanno puntato il dito sulla situazione attuale della linee Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia gestite da Sistemi Territoriali: «Prima smantellano il servizio, poi vogliono sopprimerlo: se la Regione non è in grado di gestire la tratta, venga affidata a Trenitalia», è stato il messaggio che hanno lanciato.
IL PRESIDENTE
Ma proprio dal presidente di Sistemi territoriali Gian Michele Gambato arrivano affermazioni di segno esattamente opposto: «Sono appena uscito ha spiegato ieri pomeriggio da una riunione con i funzionari della Regione nella quale abbiamo valutato le risorse a disposizione per gli investimenti in nuovo materiale rotabile. E le risorse ci sono, nell'ordine dei 38 milioni di euro: dipende ora dalla Giunta se e quando dare il via libera». Gambato non nasconde i problemi: «In questo momento non ci sono carenze sul fronte del personale, ma dobbiamo però fare i conti con treni obsoleti che si fermano spesso. Si parla di mezzi che hanno anche 40anni di servizio quotidiano e che, oggi, sono flagellati da rotture impreviste e purtroppo frequenti. Quest'estate, fra l'altro, abbiamo anche cambiato le fodere in stoffa dei sedili, ma il problema ora è nel motore. Che, essendo diesel, ha inconvenienti maggiori e riparazioni più costose. È a causa del logorio di questi treni che ultimamente i passeggeri hanno dovuto sopportare qualche disagio in più ed è per questo che è stato previsto l'investimento per sostituirli tutti su entrambe le linee».
MOTRICI DIESEL ADDIO
Addio littorine, dunque, ma sui tempi, il presidente di Sistemi Territoriali frena: «Oltre ai passaggi tecnici evidenzia c'è da considerare anche che il mercato del materiale rotabile diesel è molto più ristretto dal punto di vista dell'offerta rispetto a quello elettrico». Accuse, dunque, respinte al mittente: «Ho l'impressione che chi parla di disinteresse, di smobilitazione e di abbandono delle linee forse non sia bene informato». L'attacco dei tre parlamentari, è stato durissimo: «Il metodo classico di uccidere una linea ferroviaria è stato l'affondo di Zardini, Narduolo e Crivellari - ha un ciclo ben preciso e purtroppo collaudato: consiste nel peggiorare progressivamente le condizioni di servizio, così da disincentivare l'utenza e successivamente utilizzare come pretesto la scarsa affluenza di viaggiatori per giustificare la soppressione del servizio: la soluzione ipotizzata dalla Regione in risposta al disastroso servizio ferroviario sulle tratte Rovigo-Chioggia e Verona-Rovigo potrebbe essere la chiusura delle due linee».
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROVIGO Il treno torna al centro del dibattito, fra timori di cancellazioni di linee e promesse di nuovi investimenti da quasi 40 milioni di euro. Mentre a giorni alla stazione di Rovigo inizierà il suo servizio quotidiano Italo, i parlamentari del Pd Diego Crivellari, Giulia Narduolo e Diego Zardini, hanno puntato il dito sulla situazione attuale della linee Verona-Rovigo e Rovigo-Chioggia gestite da Sistemi Territoriali: «Prima smantellano il servizio, poi vogliono sopprimerlo: se la Regione non è in grado di gestire la tratta, venga affidata a Trenitalia», è stato il messaggio che hanno lanciato.
IL PRESIDENTE
Ma proprio dal presidente di Sistemi territoriali Gian Michele Gambato arrivano affermazioni di segno esattamente opposto: «Sono appena uscito ha spiegato ieri pomeriggio da una riunione con i funzionari della Regione nella quale abbiamo valutato le risorse a disposizione per gli investimenti in nuovo materiale rotabile. E le risorse ci sono, nell'ordine dei 38 milioni di euro: dipende ora dalla Giunta se e quando dare il via libera». Gambato non nasconde i problemi: «In questo momento non ci sono carenze sul fronte del personale, ma dobbiamo però fare i conti con treni obsoleti che si fermano spesso. Si parla di mezzi che hanno anche 40anni di servizio quotidiano e che, oggi, sono flagellati da rotture impreviste e purtroppo frequenti. Quest'estate, fra l'altro, abbiamo anche cambiato le fodere in stoffa dei sedili, ma il problema ora è nel motore. Che, essendo diesel, ha inconvenienti maggiori e riparazioni più costose. È a causa del logorio di questi treni che ultimamente i passeggeri hanno dovuto sopportare qualche disagio in più ed è per questo che è stato previsto l'investimento per sostituirli tutti su entrambe le linee».
MOTRICI DIESEL ADDIO
Addio littorine, dunque, ma sui tempi, il presidente di Sistemi Territoriali frena: «Oltre ai passaggi tecnici evidenzia c'è da considerare anche che il mercato del materiale rotabile diesel è molto più ristretto dal punto di vista dell'offerta rispetto a quello elettrico». Accuse, dunque, respinte al mittente: «Ho l'impressione che chi parla di disinteresse, di smobilitazione e di abbandono delle linee forse non sia bene informato». L'attacco dei tre parlamentari, è stato durissimo: «Il metodo classico di uccidere una linea ferroviaria è stato l'affondo di Zardini, Narduolo e Crivellari - ha un ciclo ben preciso e purtroppo collaudato: consiste nel peggiorare progressivamente le condizioni di servizio, così da disincentivare l'utenza e successivamente utilizzare come pretesto la scarsa affluenza di viaggiatori per giustificare la soppressione del servizio: la soluzione ipotizzata dalla Regione in risposta al disastroso servizio ferroviario sulle tratte Rovigo-Chioggia e Verona-Rovigo potrebbe essere la chiusura delle due linee».
Francesco Campi