«Soldi falsi per finanziare i terroristi»

Martedì 21 Novembre 2017
«Soldi falsi per finanziare i terroristi»
L'INCHIESTA
ROVIGO Venivano spediti dal Padovano e dal Polesine, attraverso la posta ordinaria, plichi di soldi falsi forse utilizzati per il finanziamento e la copertura di possibili terroristi. Banconote finte, documenti contraffatti, schede telefoniche anonime erano in vendita in un negozio virtuale stile Ebay, nascosto tra le pieghe del dark web, la rete sommersa che si raggiunge attraverso specifici software, configurazioni e accessi autorizzativi hackerati. Un sistema, con una filiera di distribuzione globale, che aveva trovato terreno fertile a cavallo delle province di Padova e Rovigo. Qui, infatti, i carabinieri hanno scoperto una cellula di distribuzione particolarmente florida, che ha portato all'arresto e alla denuncia di due incensurati di Este per spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate. Nei guai anche un fiorentino che li aiutava.
LE INDAGINI
I militari dell'Arma l'altro giorno hanno proceduto al sequestro di banconote contraffatte da 50 euro e di altri documenti, smerciate in attività commerciali. Si tratta del tassello di un'articolata attività di indagine coordinata dalla Procura di Rovigo, che ha permesso di neutralizzare i componenti della filiera di distribuzione che operavano sia in Italia che all'estero, con una base logistica a cavallo tra il Padovano e il Polesine. Di fatto facevano da tramite alle tipografie volanti, ovvero senza una sede fissa, che producevano il denaro falso e lo inviavano, via Posta, agli acquirenti. L'operazione ha preso il via a seguito di una segnalazione della polizia austriaca che, un anno fa, aveva comunicato ai carabinieri del comando Antifalsificazione monetaria che erano state trovate 20 banconote false da 20 euro, spedite dall'ufficio postale di Este. I carabinieri del comando provinciale sono riusciti a risalire all'identità del mittente che, sotto falso nome, effettuava spedizioni di banconote contraffatte e sim card intestate a terzi ignari.
DESTINAZIONE ESTERO
Questo ha consentito di rintracciare cinque plichi al Centro meccanizzato postale di Padova e a quello di smistamento di un corriere, spediti da Este e destinati alla Grecia e alla Svizzera, che contenevano 124 banconote contraffatte di diverso taglio per un totale di 6mila euro. L'arresto dell'autore delle spedizioni, appena maggiorenne, e il sequestro di diverse apparecchiature informatiche, hanno permesso di accertare come il giovane avesse aperto diversi negozi virtuali, siti stile Ebay, nel dark web, attraverso i quali vendeva banconote contraffatte, reperite attraverso la rete di abilissimi falsari dell'area campana nota come Naples Group, ad acquirenti di diversi Paesi europei, dell'Oriente e del Nord America.
ATTIVITÀ REDDITIZIA
L'attività dei tre finiti nei guai era particolarmente redditizia: dall'analisi del portafogli elettronico in Bitcoin, una moneta virtuale, sequestrato all'arrestato, è emerso che erano state eseguite circa 640 transazioni, per un ammontare di 79,85 Bitcoin, che al cambio attuale valgono circa mezzo milione di euro. Come ha evidenziato il comandante dei carabinieri di Padova Liporace, «quel che è più preoccupante, in particolare in questo periodo storico in cui molti Paesi sono nel mirino del radicalismo religioso, è la facilità con la quale è possibile procurarsi falsi documenti di identità, quali patenti di guida, carte di identità e passaporti. Per contrastarne tale crimine l'Arma monitora il web per acquisire elementi di analisi che oltre a contrastare il traffico consentano di fornire elementi utili a conoscere i reati finalizzati al finanziamento e alla copertura di possibili terroristi».
Marina Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci