SERVIZI
ROVIGO Il recapito di Poste Italiane in Polesine funziona male per una

Mercoledì 22 Novembre 2017
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ROVIGO Il recapito di Poste Italiane in Polesine funziona male per una riorganizzazione che ha tagliato posti di lavoro e porta molti postini a fare ore extra nel tentativo di ridurre i disagi per i cittadini, eppure si cerca di far ricadere le colpe sui dipendenti che si sforzano di ridurre i disservizi. A dirlo sono le segreterie provinciali di Uil Poste e Slc-Cgil, rappresentate da Antonio Ienco e Stefano Gallo, a due anni dall'avvio della consegna a giorni alterni.
LA SITUAZIONE
«Talvolta si raggiungono livelli qualitativi accettabili solo grazie all'impegno profuso dai dipendenti - spiegano - molti portalettere in alcune zone protraggono volontariamente la permanenza in servizio, pur di garantire la consegna della corrispondenza, per via di una mole di lavoro che non riescono più a gestire nel normale orario. In altre realtà, invece, i dipendenti vengono obbligati a fare ore straordinarie».
I due sindacati individuano la principale causa del problema nel taglio dei posti di lavoro: in Polesine nel 2015 i portalettere e le rispettive zone di recapito erano 142, oggi sono 98 distribuite fra i bacini di Rovigo, Adria e Occhiobello. «Riteniamo inaccettabile che il risultato negativo di questa gestione si voglia far ricadere sui dipendenti, soprattutto quelli in prima linea come i portalettere, che oltre a subire ogni giorno le rimostranze della clientela, sono anche soggetti a paventati richiami (con conseguenti sanzioni disciplinari) per situazioni che non sono certamente da imputare a loro. Ciò ha comportato un deterioramento dell'ambiente lavorativo e l'innalzamento del livello di stress, a un punto tale che in alcuni casi si è dovuto ricorrere all'intervento del soccorso pubblico come avvenuto a Porto Viro».
L'ACCUSA
Slc-Cgil e Uil Poste parlano di indifferenza o miopia da parte dei vertici regionali delle Poste e di una gestione spesso improvvisata della dirigenza locale, che non sta producendo effetti positivi per far fronte ai continui problemi nell'intera filiera dei servizi, per esempio l'arrivo in ritardo dei furgoni che portano la posta nei centri di distribuzione di Porto Viro e Castelmassa. «Pensiamo che un atteggiamento dirigenziale teso a far leva psicologicamente su risultati non raggiungibili per carenza di personale, non faccia certo onore a una grande azienda come le Poste. Solo con una completa revisione del progetto riorganizzativo si può rilanciare e migliorare, sia per la cittadinanza che per il personale, un servizio che a oggi dimostra tutta la sua inefficienza. Invitiamo la dirigenza aziendale ad abbandonare atteggiamenti che di fatto sviliscono i lavoratori, i quali hanno una dignità professionale, sono una risorsa e un valore aggiunto per l'azienda».
Ilaria Bellucco
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