SALUTE
ROVIGO L'influenza quest'anno ha picchiato duro, per diffusione e sintomi,

Sabato 16 Febbraio 2019
SALUTE ROVIGO L'influenza quest'anno ha picchiato duro, per diffusione e sintomi,
SALUTE
ROVIGO L'influenza quest'anno ha picchiato duro, per diffusione e sintomi, ed ha fatto una vittima anche in Polesine. Si tratta di una 72enne di Lendinara, arrivata al pronto soccorso di Trecenta l'8 febbraio, poi trasferita in Rianimazione ad Adria e per la quale martedì, dopo l'accertamento di morte cerebrale, è stato formalmente dichiarato il decesso. La donna, come ha spiegato il direttore generale dell'Ulss Polesana Antonio Compostella, «soffriva già di gravi patologie di fondo come diabete e ipertensione e quando è arrivata all'ospedale presentava una forte dispnea e un quadro di sepsi».
Fuori dal gergo medico, vuole dire che respirava a fatica e aveva un'infezione generalizzata. Il fatto che il suo decesso possa essere ascritto a una forma influenzale, ha spiegato Compostella, deriva dal responso arrivato giovedì dai laboratori di microbiologia di Padova. Perché sempre in Polesine, il 3 febbraio, si è registrato un ulteriore decesso di un paziente che presentava anche sintomi influenzali, ma il quadro patologico complessivo era tale da non poter permettere di considerare l'influenza come causa primaria della morte.
LA SITUAZIONE
Il quadro clinico del Polesine sul fronte influenzale è stato presentato ieri dal direttore generale insieme a Pierluigi Dal Santo direttore della struttura operativa complessa di geriatria, Stefano Cuppini direttore dell'unità operativa complessa di Medicina, Paola Casson direttore dei Servizi sociali e Margherita Bellè del Servizio Igiene e sanità pubblica. In totale, il numero di ricoveri ospedalieri in tutta la provincia ascrivibili a sindrome influenzale è stato indicato in 14. Una era una donna incinta. Ma c'era anche un piccolo in età pediatrica che è stato trasferito a Padova. Quattro quelli che presentavano complicanze e sono stati ricoverati in rianimazione.
I RICOVERI
«In realtà i ricoverati sono stati molti di più - ha chiarito Compostella - ma si tratta soprattutto di soggetti fragili, anziani con gravi patologie preesistenti, nei quali i sintomi influenzali, febbre e tosse, si inseriscono in un quadro articolato. Quello che viene percepito è comunque un afflusso costante e ai Pronto soccorso con un aumento dei ricoveri, ma dal punto di vista tecnico vanno fatte delle distinzioni. In ogni caso, fino a ora, il sistema ha retto fornendo risposte adeguate, facendo fronte alla carenza di medici e ai problemi del turn over dei ricoveri, con il loro incremento di oltre il 10%. Si è fatto fronte anche alla carenza di posti letto, grazie ai cosiddetti letti bis, ai posti attivati come ospedale di comunità, all'impegno del personale medico e sanitario e al contributo dell'assistenza domiciliare. Abbiamo anche attivato un apposito gruppo di lavoro. Questa settimana e la precedente dovrebbero aver rappresentato il periodo di apice della curva epidemica che dovrebbe poi andare a calare fino ad esaurirsi con una coda fino a fine marzo».
LE SOMME DEL CONTAGIO
Il dato complessivo è impressionante: circa 15 polesani ogni mille è o è stato a letto con l'influenza. Una patologia che si manifesta con febbre molto alta per più giorni e tosse persistente, colpendo prevalentemente i bambini. Il dato regionale indica un'incidenza di 12,36 casi per mille residenti, quella polesana è di circa il 14 su mille. Fra i bambini di età inferiore ai 4 anni a livello veneto, l'incidenza è stata di quasi 44 casi ogni mille. In totale, i veneti che si sono ammalati, sono stati 318 mila, 60 mila solo nella scorsa settimana. Nel bollettino regionale, dove si indicano 11 decessi dovuti all'influenza, si sottolinea come già al 10 febbraio l'incidenza risultasse in lieve calo.
PICCO SUPERATO
Il peggio, dunque, sembra passato. Il ceppo che si è manifestato con più virulenza è quello A, in particolare l'A H1N1, meglio nota come influenza suina. Il ceppo B, invece, quest'anno non si è manifestato. «Sembra essere stato decapitato dal vaccino ha sottolineato Compostella . La risposta dei polesani ai vaccini è stata buona, anche se ancora ci manca il dato complessivo e questo ha permesso di contenere la diffusione epidemica. C'è anche chi si è ammalato nonostante il vaccino, ma se non si fosse vaccinato avrebbe avuto una manifestazione molto più forte. Vaccinarsi conviene sempre».
Francesco Campi
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