Sala del commiato, nuova richiesta degli atei

Lunedì 25 Giugno 2018
Sala del commiato, nuova richiesta degli atei
L'ULTIMO SALUTO
ROVIGO Non tutti hanno un luogo dove poter celebrare il proprio funerale. Per i credenti, infatti, il luogo deputato è la chiesa. E per gli atei e i non battezzati? Un apposito spazio, la cosiddetta sala del commiato, a Rovigo non c'è. E questo nonostante la sua realizzazione sia stata sollecitata a più riprese e fosse anche l'oggetto di una mozione presentata nel 2014 dall'allora consigliere di Sel Giovanni Nalin e approvata all'unanimità dal consiglio comunale sotto la Giunta Piva. Proprio l'allora sindaco Piva si era impegnato a trovare una soluzione con Asm spa, la municipalizzata che gestisce, appunto, i servizi cimiteriali e all'epoca aveva ancora il controllo di Asm Onoranze Funebri. L'idea, fu spiegato, era quella di allestire un apposito spazio per le esequie laiche al primo piano dell'ex casa del custode del cimitero. Tutto, però, è rimasto lettera morta. Quando il Comune è passato nelle mani del commissario prefettizio Claudio Ventrice, Nalin, insieme all'ex assessore socialista Giancarlo Moschin, ha bussato di nuovo alla porta di Palazzo Nodari. Ben due sono state, infatti le lettere di richiesta formale nelle quali si chiedeva di tenere fede all'impegno che era stato preso. Nulla anche in questo caso. A riproporre la questione è stato, il mese scorso, Cristiano Draghi, delegato dell'Uaar, l'Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, inviando una lettera al sindaco Bergamin. La richiesta era chiara: «Fornire ai cittadini che lo richiedono e soprattutto ai dolenti non cattolici che ne hanno necessità in quanto stanno piangendo la scomparsa di un loro caro, un luogo idoneo per un dignitoso commiato, mentre oggi a questo scopo è utilizzata spesso l'area all'aperto davanti al cimitero». Così è accaduto, per esempio, per l'ultimo saluto a Giancarlo Morelli, amato ex sindaco che, giovanissimo, affrontò la piaga dell'alluvione, parlamentare e presidente onorario dell'Anpi. Silenzio di tomba anche su questo accorato invito di Draghi, che, un mese dopo, ha preso nuovamente carta e penna per sollecitare il sindaco a intervenire per colmare una mancanza per chi viene a mancare e non è uomo di fede. «A distanza di un mese si sottolinea nella seconda lettera - non abbiamo ancora ricevuto un cenno di risposta. Consapevoli delle tante incombenze della sua amministrazione, siamo comunque a chiederle di prendere in considerazione una richiesta che non è solo nostra, ma risponde a una esigenza di civiltà».
F.Cam.
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