(F.Cam.) Ora tutto è stato bonificato, ma negli ultimi anni il terreno in viale Porta Adige, dove un tempo sorgeva la vecchia piscina, è diventato un vero e proprio terreno di battaglia. Sul quale sono rimasti segni che hanno visto le autorità di controllo intervenire per chiedere spiegazioni e informazioni. Nonché avviare un'inchiesta per l'ipotesi di reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata.
Se, infatti, prima della demolizione della vecchia piscina, completata a inizio 2014, nella struttura abbandonata hanno trovato rifugio alcuni senzatetto, con le vasche rimaste a cielo aperto, il problema sollevato a più riprese dai residenti nella zona è poi diventato quello della proliferazione delle zanzare.
Nel luglio 2016 è stato trovato il petrolio. Non un giacimento che poteva fare la fortuna del possessore, quanto piuttosto un inconveniente non da poco. Nel bel mezzo dell'estate dello scorso anno, infatti, la Provincia ha chiesto conto a Veneto Nuoto della presenza di idrocarburi all'interno dell'area dell'ex piscina con una richiesta formale di informazioni. «L'inquinamento - spiega Veneto Nuoto - è da addebitare al vecchio proprietario, Comune di Rovigo, che ha ceduto l'area nel 2012 senza fare cenno alla presenza di vasche di idrocarburi nel sottosuolo da bonificare. Le opere di bonifica sono state eseguite da Aspiag».
La piena proprietà di quella parte del terreno, 15.608 metri quadri sui 21.056 totali, infatti, era stata già venduta ad aprile da Veneto Nuoto alla società cui fanno capo i marchi Despar e Interspar per il Nordest, che ha già avviato i lavori per la realizzazione di un nuovo supermercato.
C'è un ulteriore capitolo, però, che si è aperto proprio a fine 2016. Il 13 dicembre scorso, infatti, l'Arpav ha effettuato un sopralluogo nell'area dell'ex piscina, accertando la presenza di rifiuti da demolizione. Anche in questo caso, sottolinea Veneto Nuoto, i lavori di bonifica e di smaltimento dei rifiuti sono stati eseguiti da Aspiag Service nel primo trimestre di quest'anno. Tuttavia, Gian Paolo Vendemiati, in qualità di legale rappresentante di Veneto Nuoto, è stato indagato nell'ambito degli accertamenti condotti dai carabinieri forestali per verificare eventuali violazioni del testo unico sull'ambiente. Le indagini preliminari sono ancora in corso.
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Se, infatti, prima della demolizione della vecchia piscina, completata a inizio 2014, nella struttura abbandonata hanno trovato rifugio alcuni senzatetto, con le vasche rimaste a cielo aperto, il problema sollevato a più riprese dai residenti nella zona è poi diventato quello della proliferazione delle zanzare.
Nel luglio 2016 è stato trovato il petrolio. Non un giacimento che poteva fare la fortuna del possessore, quanto piuttosto un inconveniente non da poco. Nel bel mezzo dell'estate dello scorso anno, infatti, la Provincia ha chiesto conto a Veneto Nuoto della presenza di idrocarburi all'interno dell'area dell'ex piscina con una richiesta formale di informazioni. «L'inquinamento - spiega Veneto Nuoto - è da addebitare al vecchio proprietario, Comune di Rovigo, che ha ceduto l'area nel 2012 senza fare cenno alla presenza di vasche di idrocarburi nel sottosuolo da bonificare. Le opere di bonifica sono state eseguite da Aspiag».
La piena proprietà di quella parte del terreno, 15.608 metri quadri sui 21.056 totali, infatti, era stata già venduta ad aprile da Veneto Nuoto alla società cui fanno capo i marchi Despar e Interspar per il Nordest, che ha già avviato i lavori per la realizzazione di un nuovo supermercato.
C'è un ulteriore capitolo, però, che si è aperto proprio a fine 2016. Il 13 dicembre scorso, infatti, l'Arpav ha effettuato un sopralluogo nell'area dell'ex piscina, accertando la presenza di rifiuti da demolizione. Anche in questo caso, sottolinea Veneto Nuoto, i lavori di bonifica e di smaltimento dei rifiuti sono stati eseguiti da Aspiag Service nel primo trimestre di quest'anno. Tuttavia, Gian Paolo Vendemiati, in qualità di legale rappresentante di Veneto Nuoto, è stato indagato nell'ambito degli accertamenti condotti dai carabinieri forestali per verificare eventuali violazioni del testo unico sull'ambiente. Le indagini preliminari sono ancora in corso.
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