Riccoboni al posto del Maddalena

Venerdì 25 Maggio 2018
Riccoboni al posto del Maddalena
IL CASO COMMENDA
ROVIGO Una partita difficile da giocare, con pochi minuti restanti prima del fischio finale, ma a Palazzo Nodari vogliono spendere tutte le energie possibili per venirne fuori con l'esito vincente.
È per questo che il cosiddetto piano B per non perdere i 13,5 milioni di euro sta prendendo velocemente forma, mettendo sul tavolo tutte le idee possibili per salvare i fondi statali per la Commenda.
Se non si può intervenire sull'ex ospedale Maddalena perché uno dei due privati proprietari non ci sta più a sottoscrivere l'accordo di cessione del complesso fatto dell'immobile e del parco, allora l'attenzione si può indirizzare su altri edifici pubblici del quartiere che di soldi ne hanno comunque bisogno.
LA PRIMA OPZIONE
Il Comune, allora, potrebbe inserire due scuole nel programma. Anzi, una scuola e un'ex scuola oggi sede universitaria. Vale a dire la ex Riccoboni di via Marconi, che da anni è la sede distaccata dell'ateneo di Ferrara. Ci sono due elementi che insistono sulla possibilità di dirottare i finanziamenti governativi verso quell'edificio.
Il primo aspetto è che un intervento serve ed è urgente, poiché le condizioni del tetto sono pessime e per quanto non si sia ancora al punto che possa crollare, decretandone l'inagibilità, di certo la struttura mostra segnali preoccupanti. Così quanto prima si riuscirà ad avere Palazzo Angeli pronto per accogliere Giurisprudenza cogliendo l'obiettivo di portare gli studenti in pieno centro, tanto prima si potrà tirare un sospiro di sollievo sul non far correre rischi alle persone, svuotando l'immobile.
Ed è qui che si inserisce il secondo obiettivo, ossia di avere i fondi per mettere mano a un altro grande e importante complesso storico della città, tra l'altro nel viale che rappresenta quello che viene chiamato biglietto da visita della città di chi vi arriva in treno. Facendo i conti, poi si potrebbero magari anche trovare i soldi per sistemare pure viale Marconi, dandogli un volto adeguato allo scopo appena detto.
L'ALTRO IMMOBILE
Un altro edificio che potrebbe essere infilato nel quadro degli interventi finanziati dallo Stato, è quello della scuola media Bonifacio. Immobile moderno rispetto alla ex Riccoboni, ma ormai vecchio e bisognoso di sistemazione, per dare un luogo non solo sicuro agli studenti, ma anche adeguato sempre più alle esigenze didattiche e formative.
Peraltro, anche altre scuole comunali insistono in Commenda, che se servisse per giustificare il finanziamento statale, potrebbero essere inserite nel programma.
LA TRATTATIVA
Il problema di fondo, però, è che bisognerebbe convincere il Governo e i ministeri competenti, ove continuasse a mancare l'accordo con la Cefil, ad accettare la rimodulazione del programma e tutto ciò in mancanza dei progetti, che invece erano stati preparati per il Maddalena.
Come abbiamo scritto, il piano B ha una duplice valenza: da un lato il tentativo di non veder volatilizzarsi i 13,5 milioni citati, dall'altro premere appunto sulla Cefil, che se non fosse interessata a questa opportunità (come accade invece per l'altro comproprietario, la Reale Mario, e come ha già accettato la banca che ha in ipoteca l'ex ospedale), si troverebbe in mano un edificio invendibile e inutilizzabili non si sa fino a quando a causa dei vincoli della Soprintendenza. In mezzo alle due posizioni, della Cefil e del Comune, ci sono 800mila euro che l'impresa vuole in più rispetto all'offerta fatta, tramutabile anche in cessione di altri immobili se non si possono avere contanti. Il Comune, però, sostiene di non poterlo fare.
Luca Gigli
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