Processo Taglietto, rischio prescrizione

Venerdì 9 Novembre 2018
LA GUERRA DEI RIFIUTI
ROVIGO Nell'aula A del Tribunale di Rovigo ieri è tornata d'attualità la vicenda della sopraelevazione e dello stoccaggio provvisorio di 47mila metri cubi di rifiuti sulla sommità di Taglietto 0, nell'ambito dei lavori di bonifica e ampliamento di Taglietto 1. Perché si è celebrata, davanti al Collegio, una nuova udienza del processo, apertosi ormai tre anni fa, incentrato sull'affidamento senza gara alla Daneco dei lavori da 2,8 milioni che prevedevano, appunto, la rimozione dei rifiuti dalla vasca di Taglietto 1, collocandoli temporaneamente sulla sommità di Taglietto 0: secondo la Procura la modalità di assegnazione dell'intervento avrebbero violato le norme sugli appalti, motivo per cui si trovano accusati dell'ipotesi di reato di abuso d'ufficio il presidente ed i membri del cda del Consorzio Rsu nel 2012 quando fu approvata la delibera, Pierluigi Tugnolo, Laura Bombonato, Roberto Bonato, Moreno Cezza, Luigi De Falco, Bella Furlan, Luca Ghedini, Marco Martelli, oltre a Bernardino Filipponi, legale rappresentante della Daneco.
LA TESTIMONIANZA
Per oltre due ore il maresciallo dei carabinieri Davide Benetto, in servizio nella sezione di polizia giudiziaria della Procura, che ha svolto le indagini sulla delibera d'urgenza del 9 maggio 2012, sentito come testimone, ha risposto alle domande di accusa e difese. Per ricordare il clima di allora, erano i tempi delle lettere del corvo, delle ruspe ante litteram, del siluramento di tre componenti del consiglio di amministrazione del Consorzio Rsu, in quota Pd, Giancarlo Chinaglia, Giuliano Saglia e Nerino Chiereghin, mentre il quarto, Giuseppe Boscolo, si era dimesso. Tempi di battaglie politiche e di veleni. Proprio in seguito all'esposto presentato il 7 dicembre 2012 da Chinaglia, Saglia e Chiereghin sulla delibera di maggio che loro si erano rifiutati di approvare e che fu poi ratificata il 13 agosto, dopo la loro revoca, sono scaturite le indagini. I tre, tuttavia, non si sono costituiti parte civile. Così come nessun altro. «Nella delibera ha spiegato il maresciallo - si parla di procedura negoziata di cui non ho trovato traccia. Nemmeno dell'urgenza, perché la saturazione di una discarica non era imprevedibile ed era un fatto del quale il Consorzio era a conoscenza da tempo». La tesi accusatoria, infatti, così come riportata nel capo d'imputazione, è che con le delibere del 9 maggio 2012 e del 13 agosto 2012, «omettendo di indire apposita gara d'appalto e indebitamente richiamando i presupposti di cui all'articolo 57 comma 2 lettera B' e comma 5 lettera a' del decreto legislativo numero 163 del 2006, procuravano intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale alla ditta Daneco Impianti, pari a 2.824.700 euro, corrispondente all'importo pattuito con il contratto stipulato in data 22 ottobre 2012».
LE DIFESE
Secondo le difese, invece, la somma urgenza sarebbe stata dettata dal fatto che si rischiava un'emergenza rifiuti a causa della lentezza dell'iter per la bonifica e l'ampliamento di Taglietto 1. Non solo, ma tanti sono stati gli atti citati dai vari difensori, compresa una precedente determina della Provincia in cui si cita già Daneco come il soggetto che eseguirà l'intervento. La difesa ha citato 40 testimoni: l'udienza è stata aggiornata al 27 giugno. Un tempo che sembra già far calare il sipario sulla vicenda penale, visto che a spanne la prescrizione scatterà nel 2020.
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci