Polesani alle urne, Ficarolo maglia nera Tutta la Sinistra Po non brilla in cabina

Martedì 24 Ottobre 2017
Polesani alle urne, Ficarolo maglia nera Tutta la Sinistra Po non brilla in cabina
LA GEOGRAFIA DEL VOTO
ROVIGO Dopo la tornata elettorale è ora di tirare le somme. Dagli addetti ai lavori ai curiosi, dai segretari ai militanti, sono in molti a prendere in mano la calcolatrice e mettersi a conteggiare i risultati delle urne. Il referendum sull'autonomia ha prodotto un risultato plebiscitario che gli stessi organizzatori hanno ammesso di non aver mai calcolato, ma se il Sì ha vinto a mani basse il dato realmente interessante è l'affluenza.
I DATI SULL'AFFLUENZA
Il quorum, infatti, è stato superato su base regionale, ma la provincia di Rovigo è l'unica tra le sette sorelle venete a non oltrepassare la soglia del 50%. Il segretario provinciale del carroccio Stefano Falconi ha parlato di 200 voti mancanti che avrebbero potuto portare quel 49,9 per cento un po' più in alto, parlando dell'influenza emiliana sui comuni lungo la sinistra Po. Un po' è vero, perché l'affluenza minore si registra proprio lungo gli argini del Grande Fiume: Ficarolo è il Comune che ha votato meno in assoluto (30,9%), poi ci sono Occhiobello (35,2%), Gaiba (39,9%) e Canaro (40,8%). E a Stienta, il comune da cui proviene l'assessore regionale leghista Cristiano Corazzari? Ha trionfato, come in quasi tutto il resto del Veneto, il Sì con il 96,8 per cento, ma alle urne si è recato solo il 41,2 per cento degli aventi diritto. Rosolina si conferma la roccaforte leghista del segretario Falconi, insieme a Lusia che è il comune dove c'è stata la maggiore partecipazione elettorale. La piccola Ceneselli del sindaco e presidente della Provincia di Rovigo Marco Trombini si assesta su un 44,2% di votanti, ma con 98,8 per cento di favorevoli. L'orgoglio per la segreteria polesana della Lega Nord proviene da Frassinelle: il 100 per cento dei votanti vuole maggiore autonomia per la sua regione, con un'affluenza del 51,8 per cento.
OLTRE IL QUORUM
Tra tutti 50 comuni polesani a superare il quorum sono stati: Arquà Polesine (50,5%), Porto Tolle (51,5%), Frassinelle, Castelguglielmo (52%), Bergantino (52,2%), Villamarzana (54,3%), San Bellino (54,8%), Taglio di Po (54,8%), Badia Polesine (54,9%), Costa di Rovigo (54,9%), Lendinara (55%), Canda (55,1%), Pontecchio (55,5%), Fratta Polesine (56%), Loreo (56,2%), Ceregnano (56,4%), San Martino di Venezze (56,7%), Poto Viro (56,9%), Bosaro (57,1%), Giacciano con Baruchella (57,3%), Pettorazza Grimani (60,7%), Villanova del Ghebbo (61,5%), Rosolina (61,8%) e Lusia (62,1%). Poco meno della metà dei comuni polesani, quindi, ha raggiunto il quorum. Rovigo (47,6%) e Adria (48,8%) entrano di diritto nella classifica delle città in cui si è votato di meno. Oltre a Ficarolo, dove appena 673 persone hanno messo una croce sulla scheda, i Comuni con la più bassa affluenza sono: Occhiobello (35,2%), Gaiba (39,9%), Canaro (40,8%), Stienta (41,2%), Castelmassa (41,8%), Papozze (42,1%), Guarda Veneta (42,3%), Castelnovo Bariano (42,3%), Ceneselli, Polesella (44,3%), Corbola (45,1%), Fiesso Umbertiano (45,1%), Villanova Marchesana (45,4%), Calto (45,5%), Crespino (45,7%), Pincara (45,7%), Melara (46,7%), Ariano nel Polesine (47%), Salara (47,1%), Bagnolo di Po (47,2%), Gavello (48,5%), Villadose (49,1%) e il caso particolare di Trecenta (50%) che raggiunge una perfetta parità tra astenuti e votanti. Il comune dove il No ha avuto la percentuale maggiore è proprio Ficarolo, con il 4,5 per cento, identificando, quindi, la grande astensione come un segno politico nei confronti del voto.
A.Luc.

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