Piscine, la soluzione dimenticata

Lunedì 15 Ottobre 2018
Piscine, la soluzione dimenticata
LA VERTENZA
ROVIGO Domani il consiglio comunale avrà fra i punti del giorno, il tema del project financing sul cimitero e della gestione della società Arcobaleno, ma il Comune è ancora alle prese con gli effetti derivanti da un altro project financing, quello relativo alla costruzione del polo natatorio, ancora in alto mare, nonostante tre anni fa fosse già stato trovato un accordo per la chiusura della vicenda spendendo quasi metà dei circa 8 milioni che sono ora in ballo.
I SOCI
Con il fallimento di Veneto Nuoto, la società che ha realizzato l'opera, tutto è in discussione, compresa la sentenza della Corte d'Appello sulla causa intentata dalla stessa Veneto Nuoto contro il Comune, che ha visto il collegio arbitrale in primo grado condannare Palazzo Nodari a pagare 1,4 milioni per i ritardi nella consegna dell'ex piscina Baldetti. È il lodo Baldetti, una goccia d'acqua rispetto al mare magnum del debito da 6,3 milioni piombato su Palazzo Nodari a causa dell'insolvenza nei confronti di Unipol di Veneto Nuoto, per la surroga prevista dalla convenzione del 2006. Soci della società, dichiarata fallita il 2 ottobre, erano con il 25,5% Cles, la Cooperativa lavoratori edili Stienta, fallita il 22 maggio, che aveva dato vita con il 99% delle quote alla società Arcobaleno, quella del project del cimitero, poi quasi interamente rivendute ad Asm, la partecipata del Comune, per 205mila euro; con il 25,5% Consorzio cooperative costruzioni di Bologna; con il 25% di Guerrato spa, in concordato preventivo; con il 16% di Reale Mario srl, società comproprietaria dell'ex Maddalena al centro del tribolato progetto di riqualificazione che avrebbe dovuto essere finanziato dal contributo statale di 13,5 milioni di euro, ma che è stato ibernato dal Governo; con l'8% Padovanuoto, società che ha ricevuto dai soci la gestione diretta della piscina, realizzata attraverso la società sportiva dilettantistica Rhodigium Nuoto 2006.
LA VICENDA
La storia inizia nel 2003, sotto la giunta guidata da Paolo Avezzù, attraversando poi le giunte di Fausto Merchiori e Bruno Piva, fino ad arrivare nelle mani del sindaco Massimo Bergamin. Prima di lui, però, c'è stato il commissario. E l'undici giugno 2015, nel presentare il bilancio di fine mandato, Claudio Ventrice aveva sottolineato: «Restano in sospeso il parco Maddalena, per il quale è già stata programmata la conferenza dei servizi il 22 luglio, e la piscina Baldetti, dove sono in corso trattative». Dopo il suo addio le trattative, entrambe, si sono arenate. L'ipotesi di soluzione delle piscine, che aveva trovato la disponibilità di tutti i soggetti, era una conciliazione che poteva chiudere tre anni fa la questione, contemperando le esigenze di Unipol, che chiedeva al Comune di pagare 4,5 milioni di rate non saldate da Veneto Nuoto, e quelle della stessa Veneto Nuoto, che si sarebbe trovata sgravata dai debiti e avrebbe annullato la richiesta da 1,4 milioni del lodo. Il Comune si sarebbe preso la gestione della piscina, pagando 3,6 milioni, ma riprendendosi l'ex Baldetti, ceduta per quel valore e sulla quale c'era già il precontratto con Aspiag-Interspar per 1,7 milioni e che aumentando le cubature, avrebbe potuto portare ulteriori risorse. Aggiungendo 500mila euro cash, per un totale di oltre 4 milioni.
Francesco Campi
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