Palazzo Celio, bilancio salvo grazie ai mutui sospesi

Mercoledì 12 Dicembre 2018
L'ALLARME
ROVIGO Casse vuote, conti in rosso e, come se non bastasse, prodotti derivati a cui non si riesce più a far fronte. La situazione finanziaria della Provincia di Rovigo è drammatica. La peggiore del Veneto. Si fatica anche a monitorare le strade a rischio. Il bilancio sta in piedi solo grazie alla sospensione del pagamento dei mutui per gli enti che sono stati colpiti dal terremoto dell'Emilia del 2012. Senza questa misura, la Provincia sarebbe già stata costretta a dichiarare bancarotta. Il presidente Ivan Dall'Ara ha fatto il punto nell'incontro organizzato lunedì a Treviso dall'Unione regionale delle Province per chiedere ai parlamentari eletti in Veneto di portare avanti una serie di emendamenti alla Legge di Bilancio con l'obiettivo di salvare gli enti provinciali dal dissesto. E' stato praticamente uno sfogo.
«Siamo in una sorta di rassegnata disperazione ha spiegato A livello finanziario la Provincia si ritrova con dei prodotti derivati, provenienti da eredità pregresse, che oggi siamo in grado di rimborsare solo parzialmente». «Non do la colpa a chi è venuto prima di me. Fatto sta che la situazione è questa: le difficoltà sono palesi ha aggiunto per fortuna pare ormai confermata la proroga fino al 2020 della sospensione del pagamento dei mutui per gli enti colpiti dal sisma del 2012. Altrimenti avremmo già dovuto dichiarare il pre-dissesto».
I conti sono impietosi. Il saldo degli ultimi quattro anni tra i soldi entrati nelle casse della Provincia e quelli presi dallo Stato è in rosso di quasi 6,5 milioni. A Rovigo piove sul bagnato dopo la mancata riforma Delrio, caduta nel limbo in seguito alla bocciatura del referendum costituzionale, che ha impoverito la Provincia, come le altre, lasciandole però in capo gli stessi compiti di prima, a partire dalla manutenzione di 517 chilometri di strade e di 29 edifici scolastici di propria competenza, frequentati da oltre 9.122 studenti.
«In questa situazione è complicato anche solo monitorare le condizioni delle strutture viarie», avverte Carlo Rapicavoli, segretario generale dell'Unione delle Province del Veneto. Non è un'esagerazione. A livello regionale, la Provincia di Rovigo è quella che ha chiesto di meno al ministero delle Infrastrutture per interventi di messa in sicurezza delle strade. Nell'elenco ci sono appena tre interventi per un totale di quasi 1,2 milioni: il ripristino del ponte sul Po tra Castelnovo Bariano e Sermide (Mantova) da 1 milione tondo tondo, la manutenzione del cavalcavia della provinciale 45 a Rosolina (100mila euro) e la sistemazione del cavalcavia della ferrovia sulla provinciale 1 a Badia (70mila euro). Poco se si pensa che le altre Province del Veneto hanno avanzato richieste per oltre 140 milioni di euro. Anche qui è una questione di spesa. In Polesine ci sono ancora 19 opere viarie, tra cavalcavia e ponti, che attendono di essere controllate. Ma solo i monitoraggi costano oltre 200mila euro. Soldi che al momento non ci sono.
Mauro Favaro
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