«No a un referendum che è una truffa»

Mercoledì 26 Aprile 2017
«Mi fa rabbia anche che si parli di referendum, grande strumento di democrazia, in questo caso svilito a mezzuccio propagandistico. Sono allibito che ci sia anche una parte del Pd che si presta a far da stampella a questa truffa orchestrata da Zaia con scopi di promozione personale».
Lunedì il presidente della Regione ha siglato il decreto per la convocazione dei comizi elettorali e a poche ore di distanza il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin, insieme all'onorevole Alessandro Naccarato, già fondava i comitati per il no. «Non si tratta di essere pro o contro l'autonomia - precisa il consigliere polesano - ma di boicottare con l'astensione o il voto contrario una consultazione che non ha alcun valore, ma ci costa 14 milioni. Se anche dovessero votare sì tutti i veneti, nulla cambierebbe. Qui sta il raggiro di Zaia fatto pagare ai cittadini. Quando dice che ci sarebbe più forza nel trattare con Roma, mente sapendo di mentire. Trattare cosa? Se il Veneto ambisce a divenire una Regione a statuto speciale come Friuli e Trentino, serve una riforma della Costituzione che non si fa certo con un referendum in una Regione e un decreto del Governo, ma con un doppio voto in Camera e Senato, e anche se passasse, basta un quinto dei membri di una Camera, 500mila elettori o cinque consigli regionali, per sottoporre al voto di tutti gli italiani. Quello è l'unico referendum che potrebbe dare l'autonomia millantata da Zaia. Ce li vedete sardi, siciliani e campani a dire sì? Non capisco perché truffare in modo così meschino i veneti. E non capisco chi, come il candidato alla segreteria regionale del mio partito, Alessandro Bisato, sgomita per il sì appoggiando la truffa».
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