Mons. Pavanello: «Bisogna reagire davanti alla crisi»

Lunedì 20 Novembre 2017
RISCHIO LICENZIAMENTI
ROVIGO «La difficile situazione del mondo del lavoro in Polesine non lascia indifferente la Chiesa diocesana di Adria-Rovigo: la crisi della Sicc è sintomatica di una situazione che colpisce tutto il territorio polesano e che esige da parte di tutte le forze sociali uno sforzo comune di reazione e di progettazione per il futuro. Da parte sua la Chiesa diocesana si sente impegnata ad offrire quel messaggio di speranza e di impegno condiviso che viene dal Vangelo e dalla dottrina sociale della Chiesa».
IL MESSAGGIO
È un invito a fare ognuno la propria parte il messaggio che il vescovo della Diocesi di Adria e Rovigo Pierantonio Pavanello affida a una nota di riflessione dopo l'incontro di venerdì sera con gli amministratori e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, «con l'intento di manifestare la vicinanza e la solidarietà della comunità cristiana». Un momento di confronto che ha confortato chi in questi giorni si sta battendo per salvare il posto di lavoro di operai per i quali al momento il licenziamento è stato temporaneamente congelato grazie all'intervento dell'assessore regionale Elena Donazzan. «Sarebbe gravissimo sottolinea ancora il vescovo - non solo per l'azienda in questione, ma anche per l'intera comunità polesana, se di fronte alle oggettive difficoltà si scegliesse la strada di arrendersi chiudendo l'azienda o ridimensionandola in misura significativa». I 19 licenziamenti, infatti, sembrano essere solo la punta dell'iceberg. Per i sindacati il taglio dei lavoratori rischia di aprire un'emorragia nella continuità aziendale che, a cascata, potrebbe portare alla chiusura e alla perdita di tutti e 77 i primi posti di lavoro. La crisi della Sicc, fra l'altro, si innesta in quella più ampia del Gruppo Guerrato, che ha chiesto il concordato e che possiede il 90% delle azioni dell'azienda di viale Porta Po. Ma l'emergenza ha confini purtroppo più ampi se si considera anche la crisi della Belelli e i tagli imposti dalla Socotherm che negli ultimi due anni ha ridotto di una trentina i posti di lavoro, ovvero di quasi un terzo avendo una forza lavoro attorno al centinaio di unità. Il vescovo spiega di aver espresso la propria solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie ed aver auspicato «l'impegno delle istituzioni e delle forze sociali ed economiche per dare uno sbocco positivo alla crisi della Sicc», incoraggiando «la direzione dell'azienda a cercare tutte le strade per salvaguardare i posti di lavoro e per non lasciar cadere le possibilità di un rilancio dell'attività». Una presa di posizione forte in difesa dell'occupazione in un momento che per il Polesine è di vera emergenza, come dimostrano anche i dati sull'occupazione, tornata ai livelli pre-crisi in tutto il Veneto, seppur grazie al forte aumento del numero dei precari, tranne che in provincia di Rovigo.
F.Cam.
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