Mobilitazione per il lavoro sicuro

Martedì 22 Maggio 2018
SINDACATI
ROVIGO Inizia sabato a Padova la campagna di mobilitazione Basta morti sul lavoro che Cgil, Cisl e Uil Veneto avviano per la salute e la sicurezza dopo il gravissimo incidente del 13 maggio alle Acciaierie Venete di Padova.
«Si comincia dal comune che è stato luogo dell'ultima tragedia. Invitiamo i lavoratori a dare la propria adesione contattando le sedi sindacali», ha detto il segretario generale della Cgil di Rovigo, Fulvio Dal Zio, nella conferenza stampa unitaria convocata nella sede Cisl. È stata annunciata una mobilitazione che non si esaurirà nella manifestazione regionale a Padova, con il concentramento alle 9 davanti al piazzale della stazione ferroviaria, per raggiungere in corteo la centrale piazza Garibaldi. L'azione unitaria dei sindacati, infatti, lancia una campagna straordinaria di assemblee nei luoghi di lavoro e nel territorio.
CONFRONTO IN REGIONE
Ieri Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato a palazzo Balbi il Governatore Luca Zaia al tavolo istituzionale convocato sulla prevenzione e il contrasto degli incidenti sul lavoro. «Qualora il tavolo non soddisfacesse le richieste contenute nella piattaforma unitaria presentata - ha detto Dal Zio - è previsto uno sciopero generale di 8 ore». Per il segretario locale della Cgil «non bastano le parole, servono azioni», come tutelare meglio i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e aumentare gli organici degli ispettori Spisal.
Per Andrea Mosca Toba, segretario generale aggiunto della Cisl di Padova e Rovigo, «occorre praticare la sicurezza ogni giorno»: intervenire sui costi non significa farlo sulla pelle dei lavoratori. «Se gli incidenti complessivi sono in riduzione in Veneto, al contrario gli infortuni mortali tra il 2016 e il 2017 sono in aumento da 46 a 49, e nel 2018 sono già 29 fino a oggi». Mosca Toba ricorda, così, che «sicurezza e prevenzione riguardano tutti», non solo il ciclo produttivo: «La mappa organica dello Spisal e gli obiettivi di ispezione ci dicono che a un'azienda può capitare di essere controllata una volta ogni 20 anni».
LA STRADA DA FARE
C'è quindi da lavorare molto su questi aspetti, come per gli responsabili dei lavoratori sulla sicurezza all'interno delle aziende, nella filiera dei subappalti e per far proseguire il percorso avviato della bilateralità dell'artigianato, per gli strumenti a disposizione di lavoratori e imprese. Mosca Toba richiama l'attenzione sul dato che «il 40 per cento degli infortuni mortali coinvolge lavoratori agricoli e artigiani».
«Quando si dice che il lavoro non è semplicemente un diritto, ma un bisogno, si raccontano le condizioni di vita del Paese - ha spiegato Riccardo Dal Lago della Uil di Padova e Rovigo - è nostro dovere insistere sul fatto che l'Italia crea poco lavoro, ed è precario, e che c'è un limite oltre il quale non è possibile andare: la sicurezza. Ricordiamo che anche negli infortuni più gravi c'è una parte di non denunciato che sfugge». Ha proseguito Dal Lago che «il lavoro è un bisogno, ma bisogna tutelare tutti i lavoratori, siano essi stranieri vittime del caporalato, oppure chi accetta condizioni di lavoro al limite del sapere se, a fine giornata, andrà tutto bene o no». Così «serve che i controlli siano più forti e severi, e che i rappresentanti della sicurezza all'interno delle fabbriche, lavorando a fianco dei propri colleghi, siano tutelati». Occorre anche avvicinare i soggetti che hanno competenze di vigilanza perché, ricorda Dal Lago, «molti infortuni accadono con le stesse metodologie. E in molti casi si tratta di lavoratori che operano in appalti. Chiediamoci allora: che valore dà alla sicurezza chi si aggiudica l'appalto? Quando si partecipa ai bandi di gara non basta descrivere il costo della sicurezza: bisogna verificare ed essere seri e severi».
Nicola Astolfi
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