Menon: «Ci sarebbero stati più investimenti»

Venerdì 21 Aprile 2017
C'è anche chi dice sì. A spiegare perché, Silvia Menon: «Ai cittadini interessa la bolletta. Le tariffe le decidono le autorità d'ambito, le famose Ato, peraltro con autonomia minima: ci sono regole e parametri nazionali. Quello che dovrebbe interessare sono gli investimenti per sistemare una rete idrica che è un colabrodo. Vera urgenza, non solo economica ma anche ambientale, non i posti nel cda. La capacità di contrarre nuovi mutui di Polesine Acque è zero fino al 2023, è un miracolo se è ancora viva. La fusione con Cvs ci darebbe la possibilità di finanziare più interventi. Il problema è il rapporto di concambio 22 a 78? Qualcuno mi trovi l'errore nelle valutazioni, perché io non l'ho trovato. Una ha una casa propria, l'altra ha una casa in affitto. I Comuni della Bassa, però, non ricevono nulla, i Comuni del Polesine sì. Se i padovani se ne rendono conto scappano, perché le reti devono essere pagate».
Sulla stessa linea Alba Rosito, che ha spiegato di aver provato a chiedere un rinvio del voto alla maggioranza: «L'equivoco di alcune affermazioni è che il peso patrimoniale abbia portato a queste percentuali: il conteggio è stato fatta dal punto di vista finanziario, non patrimoniale. A parte questo, andrebbe valutata una politica più ampia: il Polesine da solo è debole».
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