Manzolli e la meravigliosa storia del Delta

Domenica 9 Dicembre 2018
Manzolli e la meravigliosa storia del Delta
ADRIA
La storia, la geografia e le prospettive di sviluppo del Delta del Po al centro di un incontro promosso dal Cada, in occasione dei Giovedì culturali del centro. A fare gli onori di casa il responsabile culturale Cesare Lorefice. Il relatore è stato Antonio Dimer Manzolli, già sindaco di Papozze ed ex presidente dell'ente Parco Delta del Po.
LE ORIGINI
Manzolli è partito da lontano, dal 1152, dalla rotta di Ficarolo che ha deviato il corso del grande fiume nella zona attuale. «Per anni questo lungo tratto di fiume venne chiamato Rupta Ficaroli» ha ricordato prima di soffermarsi sul Taglio di Porto Viro realizzato dalla Serenissima Repubblica di Venezia. Le acque del Po - ha spiegato Manzolli - stavano insabbiando la laguna veneta e così nel 1600 ebbero inizio i lavori terminati nel 1604 con l'inaugurazione del taglio, avvenuta il 16 settembre 1604. Nasceva il Delta moderno o Delta attivo. Sempre nel 1600, lo Stato Pontificio aveva iniziato, tra Papozze e Santa Maria in Punta, allora Santa Maria del Traghetto, i lavori per chiudere quello che oggi viene chiamato Po di Venezia o Po grande per dirottare le acque del Po nel ramo del Po di Goro. I lavori durarono circa otto mesi. Fu un'impresa immane e costosa, tanto che lo Stato Pontificio si arrese e Venezia poté proseguire con il taglio di Porto Viro».
IL PARCO
Manzolli si è quindi soffermato sulla nascita del Parco Regionale Veneto del Delta del Po sottolineando che il Parco non va visto come una serie di vincoli ma una grande opportunità di sviluppo soprattutto sotto l'aspetto turistico e della valorizzazione dei prodotti che il territorio è in grado di offrire.
«Si pensi ai marchi Dop e Igp, dal radicchio all'aglio, dal riso Carnaroli alla cozza di Scardovari Dop e ai tanti altri prodotti di cui dobbiamo andare fieri come il miele del Delta e tanto altro».
Si è anche parlato alla fine del riconoscimento Mab Unesco 2016 all'area deltizia.
«C'è ancora molto da lavorare - ha concluso Manzolli - ma soprattutto ci dobbiamo scrollare di dosso la vecchia immagine di terra di poveri alluvionati. Dall'alluvione del 51 molto è cambiato soprattutto grazie al lavoro della gente che abita in questi luoghi. Viviamo in una terra meravigliosa, ne dobbiamo essere consapevoli e orgogliosi».
G.Fra.
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