Mail bloccate, caos pratiche in Acquevenete

Domenica 17 Dicembre 2017
SERVIZI
ROVIGO Può un semplice cambio di indirizzo di posta elettronica certificata bloccare un importante comparto di un'azienda e far accumulare centinaia di pratiche arretrate? Per Acquevenete sì. La neonata società, sorta il 1. dicembre dalla fusione tra Cvs e Polesine acque, per gestire il servizio idrico in 110 comuni nelle province di Padova, Rovigo, Vicenza, Venezia e Verona, si trova alle prese con problemi tecnici che stanno causando disagi.
IL PROBLEMA
L'ufficio fognatura e depurazione per il Polesine, infatti, non è in grado di visionare ed evadere le pratiche arrivate a partire dal giorno della fusione e si trova, di fatto, paralizzato da oltre due settimane. La causa del problema è il cambio di indirizzo di posta elettronica certificata usato per ricevere e protocollare le richieste da parte dei tecnici abilitati, ingegneri, architetti, geometri che lavorano per conto di privati, sia dagli uffici Suap dei Comuni. Tutte le richieste devono essere fatte tramite Pec, che vengono protocollate e gestite dai tecnici competenti. Questo è quello che avveniva fino al 30 novembre, dal 1. dicembre, a seguito del cambio di casella Pec, è emerso un problema di comunicazione e accesso al protocollo e al programma per gestire le pratiche.
DISAGI
Un problema che verrà certamente risolto, ma che intanto ha ingessato gli uffici per settimane. Progettisti e privati si trovano ad attendere autorizzazioni, consensi e permessi necessari per ultimare le pratiche previste per occupare i propri immobili, come per esempio l'agibilità. Il risultato tangibile è che queste pratiche non possono essere visionate e lavorate, e restano ferme in una sorta di limbo digitale. Per dare le proporzioni del problema, si pensi che l'ufficio riceve in media circa una dozzina di pratiche al giorno, quindi a oggi gli arretrati potrebbero essere giunti a oltre 200 richieste.
IL RISCHIO
Alla fine il problema ricade sugli utenti, come spiegano ingegneri e architetti preoccupati per il protrarsi dei tempi, in quanto la mancata lavorazione delle pratiche allunga i tempi per ottenere concessioni e le conseguenti agibilità, con attività che subiscono ritardi e danni economici, con il rischio di perdere finanziamenti o agevolazioni. Di presentare le pratiche con altro sistema non se ne parla: i tecnici possono lavorare le pratiche solo a seguito dell'assegnazione del protocollo, ma qui il meccanismo si inceppa e l'attesa prosegue, alla faccia della semplificazione burocratica.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci