LE REAZIONI
ROVIGO Massimo Bergamin per il momento sceglie il silenzio. L'ex

Sabato 23 Febbraio 2019
LE REAZIONI
ROVIGO Massimo Bergamin per il momento sceglie il silenzio. L'ex sindaco, rintracciato al telefono, spiega solo che sta «raccogliendo le idee» e riflettendo sul tutto per raccontare, nei prossimi giorni, la sua verità.
In ballo, allora, per il momento c'è quello che da un lato potrà essere visto come un tradimento, dall'altro è già definito come un atto di coraggio e responsabilità per la città. È il comportamento tenuto dai sei consiglieri leghisti che hanno firmato le dimissioni consentendo la caduta dell'amministrazione di Massimo Bergamin (ossia Fabio Benetti, Stefano Raule, Giancarlo Andriotto, Andrea Denti, Luca Gabban e Nicola Marsilio), andati anche contro le norme del Carroccio.
LA CONTRARIETÀ
Sarà da capire come la cosa verrà presa dalla Lega. «È stato l'epilogo che non volevamo - commenta il segretario nazionale Gianantonio Da Re - avevamo fatto di tutto per scongiurarlo, non per niente Matteo Salvini aveva inviato anche il responsabile federale degli enti locali Stefano Locatelli per trovare una soluzione», riferendosi sia all'incontro fiume di cinque ore venerdì 15 in Provincia di tutta la coalizione, che alla riunione interna del Carroccio di martedì mattina.
Non è servito, come si sa, perché «qualcuno dei nostri ha pensato di chiudere la questione - riprende Da Re - e ci dispiace, non va bene quanto è accaduto. I consiglieri si sono assunti la responsabilità di far cadere un sindaco eletto dai cittadini».
POSSIBILI SANZIONI
Le norme della Lega prevedono anche l'espulsione per casi simili. «Al momento non posso anticipare eventuali misure. Lunedì ci sarà un consiglio nazionale che era stato già convocato e inseriremo all'ordine del giorno anche il caso Rovigo. Trarremo lì le conclusioni, anche perché presto si andrà al voto, dunque bisogna riflettere bene».
Saranno sentiti i sei consiglieri? «Noi valutiamo come sono maturate le cose e riflettiamo, ma non sentiremo gli interessati, perché le loro motivazioni le hanno già esplicate in Comune e pubblicamente. Hanno preso questa decisione e noi su questo discuteremo e decideremo».
Ritiene che abbiate fatto di tutto per scongiurare la caduta del sindaco o c'era dell'altro possibile? «Abbiamo fatto tutto quel che potevamo, come ho detto, poi sta ai singoli consiglieri la scelta. Quando la situazione è così compromessa, a volte si riesce a salvare, altre no».
L'ALLEATO
Non si sbilancia anche l'altro fronte portante dell'ex coalizione di maggioranza, ossia il commissario provinciale di Forza Italia, Piergiorgio Cortelazzo. «Sono passate solo 24 ore, così a caldo preferisco non commentare e riflettere con calma».
Pensava a tale epilogo o credeva nel poter trovare una via d'uscita? «L'altro venerdì ho partecipato attivamente a una riunione di oltre quattro ore, è evidente che ci credevo, abbiamo fatto tutto il possibile. Dopo, però, non ho più toccato palla. So che martedì mattina c'è stato un incontro della Lega con da Re, ma non è andato a buon fine, visto com'è stato l'esito».
Proprio nella Lega ora si discuteranno sanzioni verso i propri consiglieri. In Forza Italia farete altrettanto? «Anche noi abbiamo norme e organismi, dunque la situazione verrà valutata. Lunedì prossimo è già convocato un direttivo regionale e discuteremo anche di Rovigo, oltre ad altri argomenti, è inevitabile quando cade un capoluogo. Il fatto che tra i firmatari ci fosse Patrese, comunque, non è rilevante: il Comune sarebbe caduto egualmente. Poi sarà anche già da avviare la discussione sul voto di maggio, che non è lontano».
Luca Gigli
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