Le discariche abusive tra Polesine e Toscana

Lunedì 21 Maggio 2018
IL TRAFFICO
ROVIGO Secondo la Direzione distrettuale antimafia, Coimpo e Agribiofert, al centro di una vasta rete, avrebbero gestito abusivamente ingentissime quantità di rifiuti speciali non pericolosi, fanghi civili e agroindustriali e altri rifiuti speciali, che non sarebbero stati sottoposti alle regolari e corrette procedure di recupero per la formazione di fertilizzante e di fango stabilizzato da distribuire in campagna.
Proprio per questo vi è anche l'accusa di attività di gestione non autorizzata di rifiuti, contestata ai proprietari agricoli che hanno messo la terra, ad Adria, Villadose e Pettorazza, nelle mani di Coimpo e Agribiofert, in modo che distribuissero in campagna i fanghi di depurazione stabilizzati e altri supposti fertilizzanti, accettando il compimento di molteplici e ripetute azioni di smaltimento in forma occulta di fanghi non trattati e stabilizzati.
NEI GUAI
Si tratta di Luigi e Manuele Marchetti, 68 e 45 anni, adriesi residenti a Villadose, il primo titolare dell'omonima azienda agricola, il secondo conduttore dei terreni dell'azienda intestata alla madre; Gianni Paccagnella, 54 anni di Adria, rappresentante della omonima società agricola; Marco Perazzolo, 55 anni, di Chioggia, residente a Verona, amministratore di fatto dell'azienda agricola Baldisserotto Daniela; Marco Giuriolo, 55 anni, rodigino, rappresentante della società agricola La Perla. A quest'ultimo, dalle indagini dei carabinieri forestali, viene mossa un'ulteriore contestazione, perché avrebbe concesso l'assenso a utilizzare il fondo Venelago per somme molto superiori ai normali canoni d'affitto, agendo quindi in concorso con Gianni Pagnin, Mauro e Glenda Luise, Rossano Stocco, Mario Crepaldi e Michele Fiore, nella distribuzione sui terreni agricoli dei fondi Venelago e Valnova, entrambi nel comune di Adria e per anni in affitto alla Coimpo, di quantitativi enormi di rifiuti mascherati da fanghi leciti che anche se inquadrati in quella che viene ritenuta una classificazione fittizia, risulterebbero spropositati rispetto alle esigenze agronomiche, trasformando i terreni in discariche abusive.
Tre degli indagati sono i responsabili della Dc Green di Vicopisano, l'azienda che rientra nel filone toscano dell'inchiesta, in connessione con quanto già contestato dalla Dda di Firenze. Anche chi mobilitava i fanghi, fino al settembre 2014, è accusato di gestione non autorizzata di rifiuti: Massimiliano Nazzari e Tania Paolin, rappresentanti della Team Nazzari e P. di Noventa, Andrea Bondesan, di Bagnoli di Sopra, della Agricola Team, Renzo Saccon di San Martino di Lupari, dell'omonima azienda, Giuseppe, Alessandro, Elio e Gabriele Bernardi, tutti di Bassano, ma residenti a Rossano Veneto, rappresentanti della Agrinova snc, e Claudio Riva di Malo, amministratore unico della Linea Verde srl, oltre ad altri cinque che hanno già chiesto l'oblazione.
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