Lascia a terra la madre morente

Mercoledì 24 Ottobre 2018
Lascia a terra la madre morente
GIACCIANO C. BARUCHELLA
L'anziana madre è caduta a terra in camera da letto e non riusciva più ad alzarsi. La figlia, che viveva insieme a lei e con la quale aveva un rapporto quasi simbiotico, l'ha soccorsa, ma di fronte alle insistenze dell'anziana, da tempo alle prese con gli acciacchi dell'età e con patologie cardiocircolatorie, a non chiamare l'ambulanza perché non voleva assolutamente andare in ospedale, l'ha lasciata lì a terra, come la 78enne chiedeva, portandole delle coperte e del the. Praticamente per un giorno. Poi, però, la madre è morta. Tuttavia nemmeno quando si è resa conto che era spirata, la figlia ha chiamato nessuno. E secondo quanto poi raccontato da alcuni parenti, non avrebbe nemmeno risposto al telefono. È rimasta, provata dal dolore e dallo choc, a vegliare la mamma che si era spenta in una sorta di giaciglio improvvisato, sul pavimento della camera.
L'ALLARME
Sono stati proprio i parenti, preoccupati per il silenzio prolungato di madre e figlia a dare l'allarme. Quando i carabinieri sono riusciti a entrare nell'appartamento, hanno trovato le due ancora vicine, con la madre ormai morta da diverse ore. Una situazione decisamente particolare che secondo il pubblico ministero Fabrizio Suriano, avrebbe visto la figlia macchiarsi dell'ipotesi di reato di omissione di soccorso nel comma che prevede una pena severa per «chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'autorità». Il sostituto procuratore Suriano, dopo aver indagato la figlia, 57enne, ha poi emesso nei suoi confronti un decreto di citazione diretta a giudizio, un atto che fa saltare la fase dell'udienza preliminare. La donna si è così trovata a dover sostenere un processo accusata, come si legge nel capo di imputazione, di aver omesso di prestare all'anziana madre, che si trovava in situazione di pericolo per la propria vita, l'assistenza necessaria. E più precisamente, di non aver chiamato il Suem.
IL DECESSO
La morte della 78enne risale al pomeriggio del 29 settembre del 2016. A provocarne il decesso, come è poi risultato dall'autopsia, una tromboembolia polmonare che aveva provocato un'insufficienza cardiaca acuta. La tromboembolia è una patologia dalla diagnosi particolarmente difficile: test clinici, sintomi e test di laboratorio non permettono di escludere né di confermare un'embolia polmonare acuta. Per questo una successiva perizia del medico legale, disposta dal pubblico ministero, ha comunque sottolineato che anche un tempestivo intervento del personale medico sanitario non avrebbe permesso di aumentare le possibilità di sopravvivenza dell'anziana, che sarebbe morta anche se fosse stata trasportata al pronto soccorso. Il fatto di essere rimasta stesa a terra, quindi, non è stata ritenuta una causa del decesso.
Ieri mattina si è aperto il processo nei confronti della 57enne, davanti al giudice Laura Contini. L'avvocato Anna Osti, che difende l'imputata, ha chiesto la possibilità di un giudizio abbreviato, visti anche gli atti degli ulteriori accertamenti sulla situazione di disagio in cui è maturata la vicenda, già presenti nel fascicolo d'indagine. Tutto è stato quindi rinviato al prossimo febbraio.
Francesco Campi
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