La start-up nascondeva una truffa

Giovedì 27 Agosto 2020
La start-up nascondeva una truffa
L'INCHIESTA
ROVIGO La Guardia di Finanza scova una finta start-up innovativa e ne sequestra beni per 800 mila euro. L'operazione delle Fiamme gialle du Rovigo, nell'ambito delle iniziative a tutela dell'economia legale e della leale concorrenza fra le imprese, si è svolta martedì mattina, dopo alcuni mesi di indagini, e ha portato alla denuncia per truffa ai danni dello Stato e favoreggiamento personale dei due amministratori e di un'altra persona direttamente collegata alla società.
CONTRIBUTI EUROPEI
Esaminando i contributi ricevuti da diversi soggetti che hanno beneficiato dei finanziamenti regionali relativi al Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (F.e.a.m.p.), i finanzieri della tenenza di Adria hanno individuato una società qualificatasi come start up innovativa a forte contenuto tecnologico, nell'ambito della quale sono state rilevate alcune anomalie che hanno fatto sorgere qualche interrogativo agli inquirenti. Dagli accertamenti effettuati, infatti, sono state individuate diverse irregolarità nei requisiti di base necessari e indispensabili per poterla qualificare quale Start-up innovativa, come previsto dalla normativa approvata durante il governo Monti nel 2012 che prevede una serie di agevolazioni per aiutarne lo sviluppo iniziale. In particolare, per ottenere questi sgravi e finanziamenti, i due rappresentanti legali che nel tempo si sono succeduti alla guida della start-up e un altro socio avevano attestato di aver sostenuto spese in ricerca e sviluppo in misura corrispondente alle percentuali fissate dalla legge, di aver impiegato personale altamente qualificato e inoltre di essere titolare, depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale.
ATTESTAZIONI FALSE
Ma niente di tutto questo era vero. Il possesso fittizio di questi requisiti ha consentito l'iscrizione di questa società nella Sezione Speciale del Registro delle imprese, con la possibilità quindi di accedere ai finanziamenti garantiti dallo Stato tramite il Medio Credito Centrale. Il particolare status, inoltre, ha persino permesso alla società di partecipare in condizione di assoluto vantaggio nelle procedure di accesso ai contributi regionali erogati nell'ambito dei fondi europei per la pesca. Gli amministratori hanno certificato di utilizzare pescato proveniente da acquacoltura biologica, nonché da flotte pescherecce locali, quando in realtà veniva utilizzato pescato proveniente dalla grande distribuzione e, comunque, non proveniente da flotte locali.
RISORSE SOTTRATTE AD ALTRI
L'essere una start-up innovativa, infatti, unitamente a queste ulteriori attestazioni rivelatesi false nel corso delle indagini, ha consentito alla società di collocarsi in posizione utile nelle graduatorie dei fondi regionali a discapito di altre aziende, ottenendo così, indebitamente, risorse pubbliche. Nel complesso la start-up ha potuto beneficiare di circa un milione di euro di provvidenze. Dalle indagini inoltre è apparso evidente come la società, nata nel 2016, sia stata da subito inattiva fino all'anno 2018, in cui ha dato avvio alla produzione con scarsi se non nulli risultati economici. A seguito delle indagini svolte sono state denunciate 3 persone, fra cui i 2 amministratori che nel tempo si sono succeduti alla guida della società, per i reati di truffa ai danni dello Stato e favoreggiamento personale: al contempo è stato richiesto e concesso dall'autorità giudiziaria, la Procura della Repubblica di Rovigo, un decreto di sequestro preventivo pari alle somme illecitamente percepite.
BENI SEQUESTRATI
L'operazione di martedì ha permesso ai finanzieri di mettere i sigilli a 800mila euro di beni dell'azienda operante nel settore ittico e di trasformazione del pescato.
Alberto Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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