L'ordine del capitano: «Bergamin va salvato»

Domenica 17 Febbraio 2019
LA CRISI IN COMUNE
ROVIGO Matteo Salvini ha salvato il trono di Massimo Bergamin. Il segretario federale della Lega, nonché vicepremier e Ministro degli Interni, ha inviato all'incontro di venerdì sera il responsabile degli enti locali per il Carroccio Mario Conte, sindaco di Treviso. Il suo intervento è stato provvidenziale per il primo cittadino rodigino, arrivando a salvarsi ad un passo dal baratro che a molti sembrava ormai certo.
NUOVA MAGGIORANZA
Ma non è ancora detta l'ultima parola, perché è vero che le diplomazie sono febbrilmente al lavoro anche oggi per trovare una nuova maggioranza per Bergamin, però i consiglieri sono sempre e solo 32 e una maggioranza di 17 membri delparlamentino di Palazzo Nodari può essere ottenuta solo seducendo almeno un paio di nomi tra quelli che assiepano le fila dell'opposizione. Il giorno seguente la riunione definitiva di venerdì pomeriggio in provincia, all'esito della quale sarebbe dovuto necessariamente uscire un verdetto sul destino della prima amministrazione leghista di Rovigo, chi vi ha preso parte ha raccontato più nel dettaglio come si è svolta. Cinque ore estremamente tese, di cui le prime due e mezzo sono diventate una sorta di processo sommario nei confronti di Bergamin. Quando il sindaco, dopo oltre un'ora, ha fatto la sua comparsa a Palazzo Celio, alcuni hanno persino lasciato la sala per non volerci parlare insieme, tale era la tensione. Era presente quasi l'intera maggioranza (i gruppi di Lega, Forza Italia e Obiettivo Rovigo: Presenza Cristiana è arrivata solo nel finale), i vertici dei partiti, come Gianantonio Da Re (commissario veneto del Carroccio) e il sindaco del capoluogo ella Marca trevigiana Conte in rappresentanza di Salvini, oltre al coordinatore provinciale di Forza Italia Piergiorgio Cortelazzo.
SITUAZIONE TESA
La descrizione di quanto è avvenuto durante la prima parte dell'incontro, senza il sindaco, è emblematica di quanto tesa e complessa sia la situazione in Comune a Rovigo. Per ore la sala giunta di Palazzo Celio, sede dell'Amministrazione provinciale, è diventato una sorta di sfogatoio in cui praticamente tutti hanno spiegato, alcuni persino urlato, di essere stanchi di sostenere da quattro anni una persona che non ha mai collaborato o ascoltato proposte per il governo della città, che ha fatto tutto di testa sua senza consultarsi e distribuendo incarichi persino a gente dell'opposizione.
VOTO A MAGGIO
Alla domanda chi vuole andare a votare questo maggio? sono state solo due le mani rimaste abbassate, quelle di Renato Borgato (FI) e Paolo Avezzù (OR), sancendo in maniera chiara a quale punto sia arrivata l'insoddisfazione generale contro Bergamin. La presenza di Conte e Da Re, però, non era affatto casuale. Quest'ultimo ha dovuto spiegato all'inferocita platea che il leader nazionale del partito ha imposto al messa in campo di ogni sforzo affinché sia ritrovata la pace, che la crisi rientri a tutti i costi e si vada avanti con Bergamin.
BASE LEGHISTA SCONTENTA
Un fulmine a ciel sereno, perché quello che i leghisti locali speravano di sentire è che in realtà potesse addirittura esserci proprio il benestare di Salvini alla conclusione anticipata dell'Amministrazione, sfruttando alle urne delle elezioni già fissate per il 26 maggio prossimo l'ondata di consenso popolare che la Lega sta cavalcando in questo periodo, magari per tornare a guidare il Comune di Rovigo senza Bergamin evidentemente ritenuto al momento una presenza ingombrante. Perché, temono in molti anche tra i fedelissimi del Carroccio, non è detto che nel 2020 il partito del capitano mantenga il 40% dei consensi di cui è accreditato nei più recenti sondaggi elettorali.
IL TENTATIVO
Tra oggi e domani è caccia ai sue voti che potrebbero garantire la tenuta della maggioranza consiliare: il sindaco ha annunciato per domani la composizione del nuovo esecutivo chiamato a traghettare l'Amministrazione fino alla scadenza naturale del 2020. Mancano un paio di caselle da completare, le più difficili: ma il puzzle, per Bergamin, entro domani dovrebbe essere finito.
Alberto Lucchin
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