«L'ex Celio? Un centro dedicato alla cultura»

Venerdì 9 Novembre 2018
LA PROPOSTA
ROVIGO Celio, il suo destino è nelle mani dei rodigini. Il 15 novembre, alle 21, nella sala della Gran Guardia in piazza Vittorio Emanuele II, il sindaco Massimo Bergamin e la Giunta comunale incontreranno associazioni e cittadini per raccogliere idee e proposte per la destinazione dell'ex sede del liceo classico di via Badaloni. Rimasto chiuso a settembre con il trasloco dell'istituto della dirigente scolastica Anna Maria Pastorelli, il Celio rischia di diventare l'ennesimo luogo abbandonato della città, ma l'Amministrazione sembra decisa a trovargli una degna destinazione.
Una seconda vita, dopo quella di plesso scolastico, che potrebbe rimanere sempre in ambito culturale, visto che l'assessore Alessandra Sguotti sogna di potervi inaugurare un centro culturale aperto al pubblico. Il liceo classico di Rovigo trovò sin dalla sua istituzione, nel 1860, la propria sede nel edificio ribattezzato Celio in onore dell'umanista rodigino Ludovico Ricchieri. Ricostruito negli anni '50 dopo essere stato gravemente danneggiato durante i bombardamenti nella zona del Duomo durante la Seconda guerra mondiale, il Celio è stato ininterrottamente utilizzato come sede scolastica fino all'estate del 2018.
AULE VUOTE
Quelle aule che hanno ospitato studenti del calibro di Giacomo Matteotti ora sono tristemente vuote, in attesa che ne venga trovata una destinazione d'uso. A luglio avevano cominciato a circolare le voci di un possibile trasloco della Polizia Locale in quegli spazi, ma l'assenza di un ampio parcheggio per i mezzi dei vigili ha poi scoraggiato l'Amministrazione a proseguire su questa strada. A settembre si è poi svolta un'ispezione dei locali da parte della Giunta, per valutare lo stato di salute di un edificio di proprietà comunale ma che è rimasto in gestione alla Provincia per decenti durante l'utilizzo scolastico. In quell'occasione Massimo Bergamin aveva avanzato l'idea di un'assemblea pubblica per trovare insieme alla cittadinanza una soluzione a quello spazio.
«Sarà fatta una valutazione dello stato di salute dello stabile spiega oggi l'assessore alla Cultura Sguotti Con il collega Saccardin (Lavori Pubblici, ndr) vedremo di capire insieme anche ai cittadini quello che è successo in questi anni e quello che sta accadendo adesso. Sarà una serata di raccolta di idee su quello che vorremmo che diventasse, perché vogliamo sentire cosa pensa la cittadinanza. Spero che venga tanta gente: noi abbiamo invitato tutte le associazioni, anche Anna Avezzù, ce sempre si è battuta contro il trasloco del liceo. Vogliamo tutti propositivi e senza polemiche, dobbiamo trovare delle idee. Cosa mi piacerebbe che diventasse? Vorrei che fosse un centro culturale, vista la sua storia. La sala grande (realizzata nel 2008 e intitolata alla professoressa scomparsa Maria Cristina Cusina, ndr) è già adibita a sala conferenze. Mi piacerebbe che fosse un luogo di ritrovo culturale».
La proposta di trasferimento del liceo umanistico da via Badaloni a via De Gasperi, in Commenda Ovest, è salita agli onori della cronaca nell'estate 2016, quando dalla Provincia, che gestisce il plesso scolastico, si è pensato ad una riorganizzazione degli edifici in un'ottica di risparmio. In questi due anni si sono tenuti svariati incontri, sia interni alla scuola, che esterni, anche con l'Amministrazione locale. In quelle occasioni anche la stessa dirigente scolastica Pastorelli aveva avallato la proposta della Provincia, evidenziando delle criticità nell'edificio di via Badaloni. Il Celio, infatti, non gode di uno stato di salute eccellente, visto che è un edificio molto vecchio e avrebbe bisogno di interventi di consolidamento, ammodernamento degli infissi ed altri costosi ma fondamentali interventi. Contestualmente è montata la protesta degli studenti, accompagnata da alcuni docenti e genitori che hanno più volte ribadito l'importanza di quello stabile per la sua storia ed il suo prestigio. Alla fine, lo scorso giugno, con la fine delle lezioni e degli esami di Maturità, si è provveduto al trasloco in Commenda, in uno stabile di ben più recente costruzioni. La storia del Celio, quindi, non è venuta meno come sostenevano alcuni, semplicemente sta per iniziare un nuovo capitolo.
Alberto Lucchin
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