L'esperienza del dolore condivisa

Mercoledì 18 Luglio 2018
L'esperienza del dolore condivisa
LA STORIA
ROVIGO Cambiano le persone ed è diverso il modo di vivere la malattia. C'è chi si chiede «Perché proprio a me?» e chi l'affronta senza dubbi dicendo: «Io non sono il cancro». Ma per tutti la lingua comune è il dolore, che è il punto di partenza che un ex paziente, un'oncologa e uno psicoterapeuta hanno condiviso per raccontare, in un libro, il percorso comune verso la voglia di vivere, per dare un messaggio di vita a chi vive il dolore, che abbia causa, o no, da una malattia.
LA TESTIMONIANZA
«I 15 anni passati con un mio marito affrontando il cancro, sono stati i più belli che abbiamo avuto: abbiamo visto i figli crescere e laurearsi, il cancro c'era, ma c'erano anche tutte le cose semplici che si danno per scontate e che invece abbiamo assaporato insieme, come fermarsi a guardare un tramonto». Patrizia non è tra gli autori de L'incontro, il libro che Carmen Barile, Federico Grandesso ed Emiliano Toso hanno scritto per raccontare, insieme alle illustrazioni della pittrice Maurizia Braga, Noi e lui nell'oceano del grande male. Sogni e racconti dei protagonisti. Patrizia ha partecipato con gli autori all'affollato incontro che, lunedì sera a Borsea la parrocchia di San Zenone ha organizzato nella serie di appuntamenti che dedica a fare dell'estate un'occasione per essere sempre sognatori, vivi e coraggiosi, prima che vacanzieri e spensierati.
IL RACCONTO
«Ho conosciuto Federico e Carmen in un periodo difficile della mia vita - ha raccontato Emiliano Toso - e condividevo l'esperienza del ciclismo con Federico, che scelse di presentare il suo libro A ruota libera proprio in sella alla bicicletta. Paradossalmente - ha aggiunto Toso a proposito del proprio lavoro come psicoterapeuta - l'essere umano trova sostegno nello stare insieme a persone che soffrono: trova empatia e sintonia nei gruppi d'ascolto, ad esempio, e anch'io in quel periodo trovavo conforto nei miei pazienti»
Una voce non ha da sola la potenza che la stessa melodia può raggiungere in un coro e così la comunicazione armonizzata tra paziente e medico è fondamentale, ha spiegato l'oncologa Carmen Barile: «Il medico ha di fronte una persona, con una storia che deve conoscere: non si ha di fronte una malattia, e comunicare col paziente è fondamentale. Il paziente deve essere sempre informato, con le parole buone: non è solo una questione legale in materia di consenso informato, ma per una questione etica, perché è anche nelle modalità con cui si trasferisce l'informazione che si costruisce il rapporto di fiducia tra medico e paziente». «Il concetto cancro uguale morte è da cambiare: i farmaci a bersaglio molecolare - ha spiegato l'oncologa - portano il paziente verso una malattia cronica, come il diabete ad esempio. Poi esistono pure i casi di ricaduta dopo 25 anni, ma nel frattempo sono stati dati 25 anni di vita al paziente».
LA METAFORA
Toso, Grandesso e Barile usano nel libro L'incontro e hanno usato nell'incontro a Borsea, la metafora della barca nell'oceano per raccontare la situazione di chi si sente solo nel mare della paura. In un periodo difficile, che dipenda o no da una malattia, dalla perdita del lavoro o da una separazione, occorre trovare dei punti saldi per cui vale la pena combattere: «Così si attivano energie fondamentali, che fanno emergere la propria parte migliore», ha ricordato Toso. Per questo è impossibile che non esistano credenti: il credo esiste, cambia in cosa credere. «A volte occorre andare anche controvento e credere al vecchio lupo di mare che abbiamo a fianco e ci guida - ha spiegato Grandesso - A volte bisogna modificare la vita in base a come tira il vento e bisogna essere pronti a fare anche il timoniere, quando la stanchezza prende chi ci guida». Nessuno conosce come andrà il proprio percorso nella vita, e per questo servono dei punti saldi - affetti, passioni, obiettivi -, per cui combattere ogni giorno. Perché in un percorso condiviso, può capitare a volte che sia chi non è malato ad andarsene per primo.
Nicola Astolfi
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