Intreccio di finanziamenti, fatture e delibere

Martedì 22 Agosto 2017
(G.Fra.) Il caso Borghi era partito dalla copiosa documentazione raccolta e confluita in una segnalazione-denuncia del febbraio 2015 formulata da Omar Barbierato di Ibc e da Michela Grotto all'epoca esponente di Liberi Cittadini.
arbierato e Grotto avevano scritto a Procura, Prefetto, Autorità anticorruzione e all'attenzione di numerosi soggetti istituzionali. Secondo loro, che più volte avevano invitato il Comune a valutare la sospensione dei pagamenti ed a convocare un consiglio comunale ad hoc, erano emersi in base ai loro calcoli elementi di dubbio sotto l'aspetto della rendicontazione dei costi del progetto.
I due formulavano numerose domande chiedendo di conoscere quali uffici del Comune avessero pensato, elaborato e realizzato il progetto stesso da oltre 300mila euro (200mila frutto di un finanziamento Ue e 100 mila da fondi di bilancio comunale), il relativo piano finanziario e l'avessero poi presentato ad Avepa, salvo poi non essere più stati ritenuti idonei a svilupparlo. Con Avepa, ricordiamo, il Comune ha un contenzioso aperto al Tar.
I punti salienti per loro riguardavano i conti o meglio le spese. Dai giustificativi di spesa in loro possesso emergeva un totale spese effettivamente sostenute, corrispondenti per lo più a trasporti o scontrini di bar, pari a 3.324,79 euro, un totale di fatture non quietanziate di 83.731,51 ed un totale di preventivi di 57.377,47 euro. Entrando, poi, nel dettaglio delle fatture emergevano per i due altri elementi che meritavano chiarezza. Un mese dopo la denuncia era scattata una visita delle Fiamme Gialle in municipio con il sequestro di documenti ed incartamenti sul progetto e la corrispondenza tra la pubblica amministrazione con Avepa e con Borghi autentici d'Italia.
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