Ingiunzione di Unipol al Comune, ma si apre la trattativa

Giovedì 18 Ottobre 2018
IL PROBLEMA
ROVIGO È arrivato il conto di Unipol per il polo natatorio: 6.343.020,52 euro. Questo è il debito accumulato da Veneto Nuoto, gestore della struttura di viale Porta Po e appena dichiarata fallita, nei confronti dell'istituto di credito bolognese. La somma è quanto resta da pagare del finanziamento contratto per la realizzazione della piscina, ma che per la convenzione stipulata dal Comune nel 2006 ora è in capo alla città.
IL CONFRONTO
Ieri c'è stato un incontro a Bologna tra il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin, l'avvocato civico Ferruccio Lembo e i vertici di Unipol. Il primo cittadino ha affidato a una nota emessa in serata il resoconto, nel quale spuega che Unipol lunedì ha inviato al Comune un'ingiunzione di pagamento della cifra detta. «Massima apertura da parte dei nostri interlocutori che ringrazio per la disponibilità e per la comprensione della delicata situazione in cui versa il nostro Comune - ha detto il sindaco - abbiamo delineato un percorso. Sono fiducioso che si possa raggiungere l'accordo per il quale il Comune ha già accantonato quanto necessario al perfezionamento. Le trattative proseguono e sono ottimista che a breve si possa chiudere una vicenda che tiene tutti con il fiato sospeso da oltre un decennio. Rassicuro che il Comune non rischierà alcun default».
LA STORIA
Tutto è iniziato nel 2006, quando il Consorzio cooperative costruzioni (poi diventato Veneto Nuoto Srl) e il Comune si accordarono per costruire il polo natatorio. All'epoca a Palazzo Nodari sedeva Paolo Avezzù e pochi giorni prima del termine del mandato, un dirigente firmò la convenzione per la realizzazione della struttura. In questa veniva stabilito che Veneto Nuoto, o chi per esso, potesse gestire le uniche piscine rimaste a Rovigo per 25 anni, al termine dei quali sarebbero state restituite all'amministrazione. In cambio, ciò da cui sarebbe dovuto scaturire il guadagno di Veneto Nuoto, era prevista la cessione della vecchia piscina di viale Porta Adige, sulla quale il privato avrebbe realizzato immobili. Da un ritardo della cessione di quell'area, però, è nato un conflitto che è arrivato fino alla Corte d'Appello di Venezia (il lodo Baldetti). Il problema che più preoccupa è il debito che la stessa Veneto Nuoto ha accumulato negli anni nei confronti di Unipol. La banca emiliana ha finanziato, per circa sette milioni, la realizzazione del polo natatorio. Unipol avrebbe dovuto vedersi restituire la somma, interessi inclusi, con varie rate annuali, ma è dal 2012 che non riceve pagamenti ed era stato avvisato il Comune sulla situazione. Per via della convenzione tra questo e Veneto Nuoto, la banca i sta rivalendo su Palazzo Nodari, per via della surroga, qyuella che il sindaco ha sempre definito la clausola capestro. In quel documento datato 2006 è previsto che in caso di mancato pagamento di un certo numero di rate del mutuo da parte di Veneto Nuoto, la banca potesse chiedere al Comune di pagare.
I SOLDI IN BALLO
Ora è arrivata una cifra certa e precisa dalla banca, senza doversi più basare su supposizioni, visto che finora non era stato rivelato da alcuna delle tre parti coinvolte a quanto ammontasse il debito. Palazzo Nodari ha accantonato come fondo rischi contenzioso per questa vicenda e altre (non sono poche le vicende giudiziarie ancora aperte per il Comune) 6.154.072 euro. Una cifra che lungo il percorso citato dal sindaco potrebbe essere accettata da Unipol, ma come già detto, rimane aperto fino almeno a febbraio 2019 anche il lodo Baldetti, quando dovrebbe arrivare la sentenza della Corte d'Appello di Venezia. In questo caso non chiaro cosa accadrà e di quanto sarà la richiesta economica, ma visto che Veneto Nuoto non esiste più e il curatore fallimentare dovrà necessariamente coprire quanti più debiti possibili, è difficile pensare che possa essere facilmente coperta anche questa spesa.
Alberto Lucchin
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