IN TRIBUNALE
ROVIGO Tutti assolti, perché il fatto non sussiste. Si è

Lunedì 25 Settembre 2017
IN TRIBUNALE
ROVIGO Tutti assolti, perché il fatto non sussiste. Si è concluso così il processo per il grave incidente avvenuto la sera del 20 luglio 2012, a Mira, a seguito del quale un ragazzino di 13 anni è rimasto paralizzato dopo essere precipitato dal tetto della piscina comunale, all'epoca in restauro, sul quale era salito con due amici per scattare una foto.
La sentenza è stata emessa nei giorni scorsi dal giudice Sara Natto, a conclusione di un lungo e combattuto processo, che ha escluso responsabilità da parte degli imputati nell'accaduto. L'assoluzione riguarda l'ex sindaco di Mira, Alvise Maniero, 32 anni, Giancarlo Gruarin, 56, di Mestre, progettista e direttore dei restauri della piscina, Marino Vanzan, 60, di Camponogara, rappresentante della Nuoto Mira; Roberto Cacco, 61, dirigente del settore Lavori pubblici del Comune, di Vigonza; Nicoletta Simonato, 49, di Pianiga, presidente della Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo di Mira; Adriano Sinigaglia, 62, di Cinto Euganeo, rappresentante legale della Atheste costruzioni di Este, e Sandro Destro, 57, di Rovigo, legale rappresentante della Ids, le ditte appaltatrici dei restauri, difesi dagli avvocati Morrone, Pavan, Trivellato, Nesto, Daminato, Lazzaro, Affatati e D'Elia. Al processo erano presenti in qualità di responsabili civili anche il Comune e le società che, in caso di condanna, sarebbero state chiamati a risarcire i gravi danni patiti dal ragazzino, assistiti dagli avvocati Stocco, Perulli, Regazzoni e Sartori.
«Attendiamo il deposito delle motivazioni e, se ve ne saranno i presupposti, faremo appello - spiegano i legali dei familiari del ragazzino rimasto paralizzato, gli avvocati Alberini, Palese, De Biase e Vianello - Non ci lasciamo prendere dallo sconforto, pronti a lottare ancora: quello penale è solo uno dei profili di questa vicenda ed è servito per fare chiarezza su alcuni importanti aspetti che ci riserviamo di valorizzare anche in sede civile. È chiaro che un accordo risarcitorio con le tre Compagnie di assicurazione interessate consentirebbe di evitare ulteriori strascichi giudiziari».
Gianluca Amadori

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