«In sei anni di Piva e Bergamin nessuna soluzione»

Lunedì 21 Maggio 2018
«In sei anni di Piva e Bergamin nessuna soluzione»
LA STORIA
ROVIGO L'ex Maddalena, acquistato da Cefil e Reale nel 2000, è da allora fermo. E al centro di numerose vicende amministrative e di cronaca. A ripercorrerne una parte, relative all'immenso giardino, è la consigliere d'opposizione Silvia Menon.
«Sono passati più di sei anni da quando ho raccolto con i miei compagni di lista 1.300 firme per salvare il parco Maddalena. Aveva firmato anche Luigi Paulon e quel gesto gli è costato la cacciata dalla fiunta di Bruno Piva».
FUTURO NERO
La rete rossa è ancora lì e la speranza che potesse cadere, restituendo alla città un'area da vivere, sembra ormai ridotta al lumicino. La contesa tra il Comune e i privati sul parco dura da anni e l'intera vicenda ha riservato notevoli colpi di scena nonché diversi scontri, anche aspri, all'interno del consiglio comunale dell'allora sindaco Piva, tra l'opposizione che chiedeva l'esproprio dell'area privata e parte della sua giunta che non ne voleva sapere. Il Tar nel giugno del 2014 ha annullato la delibera del consiglio comunale che dava il via libera all'esproprio. Questo perché mancava la variante urbanistica che stabilisse la destinazione d'uso pubblico del parco. Il commissario Claudio Ventrice, ribaltando la decisione dell'ex sindaco Bruno Piva, aveva deciso di rinunciare al ricorso al Consiglio di Stato per opporsi al verdetto del Tar e ha avviato ex novo la procedura d'esproprio con una delibera in cui si stabiliva la pubblica utilità del polmone verde e lo stanziamento di 290mila euro.
STALLO
Tutto si è poi nuovamente arenato con la nuova amministrazione, ma in queste ore proprio il sindaco Massimo Bergamin, nel braccio di ferro con i privati, ha sventolato l'ipotesi dell'esproprio.
Silvia Menon, dal canto suo riprende quanto aveva scritto in una nota datata 4 maggio 2012: «Questo parco dal 2009 è diventata una risorsa preziosa per tante famiglie, un bene pubblico nel vero senso della parola perché bene utilizzato da tutti indistintamente, senza bisogno di tessere o iscrizioni, non ne restano molti oramai: abbiamo organizzato una serie di puntate di raccolta firme e già domenica 13 maggio in piazza Vittorio Emanuele daremo testimonianza di quando raccolto evidenziando il volere dei cittadini. Ci impegniamo fin d'ora a rappresentare il tutto con una mozione in consiglio comunale».
NESSUNA SOLUZIONE
Come nota amaramente la consigliere, «da quel giorno nulla è cambiato in meglio. Poco dopo il parco è stato diviso in due da una rete arancione. Alle mosse poco avvedute delle amministrazioni precedenti, quella di Piva non ha saputo far fronte. Il parco è diventato un posto insicuro, abbandonato, degradato. Per non parlare dell'ex ospedale che incombe lugubre sullo sfondo. Bergamin da quando è il primo cittadino promette mari e monti. Il governo di centrosinistra gli aveva concesso 13,5 milioni per sistemare tutto, ma il sindaco sta riuscendo a far saltare il banco perché litiga con tutti, perfino con i privati ai quali fino a ieri stendeva un tappeto rosso fino dentro al suo ufficio. È inutile andare a cercare scuse e lanciare accuse a destra e a sinistra. Sono passati tre anni di amministrazione Bergamin, ne erano passati altri tre di Bruno Piva e nessun problema è risolto».
F.Cam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci