«In molti scelgono la vita proprio come ho fatto io»

Venerdì 21 Settembre 2018
«In molti scelgono la vita proprio come ho fatto io»
LA TESTIMONIANZA
ROVIGO «Nessun rimpianto, ho scelto la vita». Una frase forte, che sembra quasi una citazione dal libro Trainspotting di Irvine Welsh, ma che arriva da una persona che è la più lontana possibile dai personaggi del suo romanzo, il professor Fiorenzo Scaranello, 64 anni, stimato radiologo, un passato come segretario provinciale della Dc, nel consiglio di amministrazione dell'Accademia dei Concordi.
Queste parole le usa per spiegare perché si è licenziato dalla sanità pubblica, con un addio che ha fatto rumore, visto che quando ha salutato, non molti mesi fa, era responsabile della Radiologia dell'ospedale San Luca di Trecenta, oltre a essere stato direttore sostituto della Unità operativa complessa di Radiologia dell'Ulss 1.
LA SCELTA
«Ho fatto di tutto per lavorare in ospedale - spiega - ho dedicato la quasi interezza della mia storia professionale alla sanità pubblica, fino a quando non ho capito che non ce la facevo più. Ci sono molteplici ragioni dietro la mia scelta, alcune di tipo meramente personale, ma altre che riguardano proprio una valutazione complessiva sullo stato di salute della sanità pubblica e non è un caso che una scelta come la mia l'abbiano compiuta in tanti».
NEL PRIVATO
Il dottor Scaranello, che nel suo curriculum ha anche incarichi di docenza universitaria, dal primo gennaio è direttore sanitario di Rovigo Medica, centro diagnostico polispecialistico, una struttura privata accreditata che offre prestazioni sanitarie di specialistica ambulatoriale, in regime privato o in convenzione. «Il punto centrale è quello delle condizioni di lavoro dei professionisti: ci sono problemi di sistema sui quali servirebbe una riflessione ampia e soprattutto, una diversa attenzione da parte della politica, che considera la sanità ormai quasi esclusivamente con logiche economiche che hanno fatto saltare le metodologie cliniche».
DIAGNOSI A RISCHIO
«Il nostro lavoro richiede accuratezza, ma i carichi di lavoro sono sempre maggiori e i tempi sempre più ridotti, condizioni che favoriscono anche l'insorgere di errori, che è invece proprio l'obiettivo che una buona sanità dovrebbe prefiggersi di eliminare. Anche le progettualità a lungo termine, richiedono investimenti e tempo, due aspetti che scarseggiano. Ed è un circuito vizioso, perché gli ospedali gradualmente si potranno dedicare solo alle urgenze e ai casi complessi, perdendo per strada il ruolo di punti di riferimento complessivi, anche dal punto di vista delle risposte territoriali, facendo scomparire il rapporto medico-paziente e riducendo il processo di crescita complessiva».
Riflessioni amare, come amara è stata, ammette, la scelta di abbandonare il suo mondo. «Ma è una scelta che non mi ha lasciato nessun pentimento, ho ritrovato una nuova dimensione, sia professionale che di vita».
F.Cam.
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