«Il pm Nalin potrebbe ricascarci: va sospeso»

Giovedì 14 Dicembre 2017
«Il pm Nalin potrebbe ricascarci: va sospeso»
IL CASO
ROVIGO «Fortemente leso il rispetto della dignità umana»: questa una delle motivazioni che ha spinto il procuratore generale della Cassazione Pasquale Ciccolo a chiedere nei confronti del pm della Procura di Rovigo Davide Nalin la sospensione con urgenza dalle funzioni e dallo stipendio e di collocarlo fuori ruolo, per impedire che possa reiterare condotte «gravemente scorrette» e «incompatibili» con le funzioni giudiziarie.
FOTO INTIME
La richiesta di foto intime conto terzi e un insolito ruolo di mediatore nella relazione fra una giovane aspirante magistrato e Francesco Bellomo, il consigliere di Stato, direttore della Scuola di formazione giuridica Diritto e Scienza, finalizzata alla preparazione per superare l'esame per l'ingresso in magistratura, finito nell'occhio del ciclone per una sorta di contratto con cui richiedeva una serie di condizioni alle proprie borsiste, compresa l'accettazione di indicazioni sui vestiti da indossare e sul trucco marcato, oltre che su eventuali fidanzati, ha fatto finire Nalin nell'occhio del ciclone. Proprio lui che ha curato la redazione del Protocollo operativo per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza di genere, presentato ufficialmente alla città di Rovigo nell'ambito delle iniziative per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, domani si troverà di fronte alla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura per rispondere di quelli che il pg Ciccolo definisce episodi di «tale degrado» da aver danneggiato non solo la sua personale credibilità di magistrato, ma quella dell'intera giurisdizione.
«EPISODI DI DEGRADO»
Il caso Bellomo è deflagrato dopo la denuncia del padre di una giovane borsista della Scuola di formazione giuridica Diritto e scienza che aveva avuto una relazione con Bellomo. Secondo l'accusa, Nalin avrebbe fatto da «mediatore» per procurare «indebiti vantaggi di carattere sessuale» all'amico e collega, facendo leva sulla sua autorevolezza di magistrato e prospettando alla ragazza che, se non avesse dato seguito alle richieste di Bellomo, come quella di mandargli una foto intima o di definire il periodo in cui passare insieme le ferie estive, avrebbe commesso reati che le avrebbero impedito di partecipare al concorso in magistratura. Condotte che, secondo il procuratore generale della Cassazione, sono particolarmente gravi, anche per «il clima di soggezione psicologica» subito dalle studentesse che ambivano a entrare in magistratura, «per la sottoposizione a continue vessazioni anche di carattere sessuale», e «lo stravagante se non aberrante regolamento di cui Nalin era a conoscenza».
Francesco Campi
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci