«Il destino dell'ospedale era scritto da sei anni»

Lunedì 21 Maggio 2018
«Il destino dell'ospedale era scritto da sei anni»
SANITÀ
ROVIGO «Il declassamento della sanità polesana? Sorprende che qualcuno si sorprenda, noi lo ripetiamo da anni». A sottolinearlo con fervore è Vanni Destro, attivista del Comitato per l'articolo 32, sanità e sociale, che in Polesine si batte proprio per il diritto alla salute, e che prende spunto dalle dichiarazioni dei consiglieri regionali di Movimento 5 stelle e Pd, Patrizia Bartelle e Graziano Azzalin, all'indomani dell'allarme lanciato dalla Cgil sull'esclusione dell'ospedale di Rovigo dal novero degli hub regionali
Secondo il sindacalista Davide Benazzo, infatti, la bozza del nuovo piano sociosanitario che la giunta regionale ha elaborato e che è stato anticipato nel corso di un incontro a Montecchio Precalcino, taglierebbe la classificazione di centro di riferimento a livello di area vasta alla struttura di Rovigo, relegandolo nel novero degli spoke, come sono Adria e Trecenta, ovvero centri periferici con ruolo di valutazione e filtro della severità dei casi con un ruolo di assistenza di quelli meno gravi.
L'ALLARME
Destro va a ripescare una nota, inviata nel maggio 2012, quando era in fase di elaborazione il piano sociosanitario ora in vigore e che la giunta regionale sta per sostituire con uno tutto nuovo. «Il nuovo Piano sociosanitario - si legge in quel comunicato ripescato in archivio - riorganizzata tutta la sanità veneta, ponendo dei paletti che in Polesine possono significare la perdita di reparti ospedalieri irrinunciabili. Alcuni dati: una Usl per un bacino di abitanti, un ospedale principale per un milione di residenti, un reparto nascite ogni mille nati, taglio dei posti letto dal 4,5 al 4 per mille. Le regole proposte dal piano andranno attuate per mezzo delle schede ospedaliere, ancora da definire. Pertanto siamo convinti che esistano margini di intervento per modifiche e migliorie». Esattamente sei anni fa.
SEI ANNI DOPO
«Al tempo - spiega Destro - facevo parte del Movimento 5 Stelle e avevamo messo in piedi un gruppo che si occupava di sanità, coinvolgendo molti attori della sanità polesana. Quella esperienza maturò in seguito, con il coinvolgimento di altre persone davvero competenti,  nel Comitato per l'articolo 32, sanità e sociale polesano. All'epoca, analizzato il Piano sociosanitario, avevamo previsto i problemi che avrebbe creato e chiedevamo a tutti coloro che potevano di collaborare per evitare quel peggio che tra tagli di posti letto e riduzione di livello qualitativo e quantitativo nel servizio sociosanitario polesano, anche con la responsabilità di chi si fidò delle rassicurazioni istituzionali, si sta ormai verificando. Ora i consiglieri regionali Bartelle e Azzalin paventano una privatizzazione dei servizi sanitari già in fase di avanzamento pesante: se intendono coalizzare le forze per porre un argine  al degrado della sanità pubblica, noi ci siamo, anche perché non abbiamo mai smesso di provare a farlo».
Francesco Campi
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