Il caso Rovigo rischia di avvelenare il congresso Pd

Sabato 19 Gennaio 2019
PD NELLA BUFERA
ROVIGO «Ho mandato una diffida formale al Pd nazionale e regionale al rispetto della volontà degli elettori, una questione di principio sulla quale non intendo transigere: occhio, perché se si annulla il voto di Rovigo perché uno si alza e dice di non aver ricevuto l'avviso, sarò costretto a far valere questo metro di giudizio in tutta Italia».
EFFETTO DOMINO
A dirlo, facendo capire che l'effetto domino farebbe saltare il congresso nazionale, ma ribadendo l'amore per il Pd e la voglia di costruire un partito a porte aperte, «per dar voce e rappresentanza ai tanti elettori che ancora ci votano malgrado noi, nonostante il nostro gruppo dirigente», è stato ieri mattina, in una conferenza stampa nella sede del Pd, il parlamentare Francesco Boccia, candidato alle primarie per la carica di segretario nazionale dopo che la commissione regionale per il congresso del Veneto ha deciso di azzerare l'esito del voto del 13 gennaio nei circoli del capoluogo, che lo hanno visto trionfare con il 95%, accogliendo il ricorso presentato dai rappresentanti di tutte le altre mozioni. Il nodo è rappresentato dal passaggio del regolamento in cui si dice che «la convocazione deve essere comunicata in modo congruo a tutti gli iscritti». Al tavolo, al fianco di Boccia, la rappresentante della sua mozione congressuale, Nadia Romeo, capogruppo in consiglio comunale e già alfiere veneto della corrente Emiliano e componente della direzione nazionale del Pd, la segretaria del circolo Rovigo Centro Virna Riccardi, la cui nomina nel cda di Asm era stata foriera di altri scontri fratricidi nel Pd, il presidente dell'assemblea provinciale Nello Chendi e l'avvocato Antonino Ilacqua, ex vicequestore aggiunto e responsabile della sicurezza del presidente del Consiglio con D'Alema e Amato, nonché consigliere giuridico del presidente della Commissione Bilancio della Camera nella scorsa legislatura, che era, appunto, Boccia. E' lui ad aver inviato la diffida ai vertici del partito.
RICORSO INFONDATO
«Qualcuno spiega Romeo - si è inventato un ricorso senza fondamento. A Rovigo hanno votato 284 persone su 363 iscritti e abbiamo gli screenshot dell'invito alla persona che ha detto di non aver ricevuto comunicazione, così come per la persona di Buso. Abbiamo mandato mail, sms, whatsapp, abbiamo fatto comunicati stampa e scritto sul sito. Non è grottesco, di più». Boccia fa notare come «in tutta Italia ci sono state convocazioni anche solo via Facebook. Abbiamo individuato situazioni ben più al limite, con convocazioni anche solo orali, in una quindicina di casi a Padova e Verona. Stiamo andando a cercare col lanternino le persone per chiedere di restare nel Pd e di partecipare: qui è stato fatto un grande lavoro e io non ho intenzione di mollare. Non lascio sole Nadia e Virna. Non voglio alzare i toni, non voglio che si arrivi alla deflagrazione del congresso al livello nazionale a partire dal caso Rovigo, ma aver calpestato il voto del 77% degli aventi diritto non è fare un torto a Francesco Boccia, ma al principio sacrosanto del rispetto del voto».
F.Cam.
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