IL CASO
ROVIGO Il Comune prepara i soldi per pagare Unipol. Con il bilancio di

Mercoledì 14 Novembre 2018
IL CASO
ROVIGO Il Comune prepara i soldi per pagare Unipol. Con il bilancio di assestamento andrà ad aggiungersi, ai circa 5,5 milioni di euro già a disposizione dell'amministrazione di Massimo Bergamin, un altro milione di euro, in modo da poter pagare il debito contratto da Veneto Nuoto per la realizzazione del polo natatorio nel 2006. Il debito ammonta a 6.343.020,52 euro: è quanto accumulato negli anni da Veneto Nuoto, costruttore e titolare della struttura di viale Porta Po, società per la quale è stato avviato un mese fa il procedimento fallimentare, nei confronti dell'istituto bancario bolognese creditore. Questa cifra è quanto, a oggi, resta da pagare del finanziamento contratto stipulato nel 2006, ma che per via della convenzione stipulata con il Comune lo stesso anno, ora è interamente in capo alla città.
All'epoca dell'amministrazione di Paolo Avezzù, oggi presidente del consiglio comunale, si decise di abbandonare la piscina di viale Porta Adige in cambio di una struttura più adeguata alle esigenze della città, che non richiedesse continui interventi di riparazione. Una cordata di imprenditori privati decise di unirsi in Veneto Nuoto Srl, realizzando la struttura in cambio della gestione per 25 anni, e la cessione da parte di Palazzo Nodari della vecchia Baldetti. Con gli anni si sono poi venuti a creare due grattacapi per Rovigo: l'ormai noto lodo Baldetti, un arbitrato tra Veneto Nuoto e il Comune per la cessione di quell'area, e il debito con la finanziatrice Unipol.
IL VERTICE
La soluzione che lunedì sera è stata discussa nella riunione di maggioranza, è quella di accantonare ulteriore denaro per prepararsi al peggio, ovvero alla definitiva richiesta di pagamento del debito. L'amministrazione ha accantonato finora, nelle casse comunali a disposizione di questa specifica vicenda con Unipol, circa 5,5 milioni di euro, utilizzando anche i due milioni preventivamente messi da parte l'anno scorso per la risoluzione del lodo. A questo punto, però, mancherebbe un milione di euro che dovrebbe arrivare dall'avanzo libero di bilancio, un capitolo mai usato dal 2017, pari complessivamente a 1,2 milioni di euro.
Il problema con il quale si scontrerà l'amministrazione nel febbraio 2019, quando arriverà la sentenza per il lodo, è che mancheranno 1,4 milioni di euro. In pratica, coprendo il debito bancario, che non è stato prodotto direttamente dal Comune, ma da Veneto Nuoto, il Comune deve poi andare a raccogliere denaro da altre voci del bilancio per avere la somma pronta a disposizione per quell'occasione. Bergamin ha confermato a più riprese che il Comune non rischia alcun dissesto finanziario e che le risorse economiche a disposizione sono abbastanza per qualsiasi evenienza. Quello che resta da capire è come farà Palazzo Nodari a portare poi avanti il servizio di gestione delle piscine visto il fallimento di Veneto Nuoto. L'idea sostenuta da alcuni dalla maggioranza e da Ivaldo Vernelli (ex 5 stelle) è che il Comune gestisca direttamente il servizio, seguendo un dettagliato e specifico modello di finanza in grado di sostenere un impegno economico di questo tipo.
Alberto Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci