I sindaci disertano il tavolo anti-smog

Martedì 25 Settembre 2018
I sindaci disertano il tavolo anti-smog
GUERRA ALLE POLVERI
ROVIGO Un anno fa «solo quattro Comuni avevano aderito all'accordo contro l'inquinamento» ricordava l'assessore alla Mobilità di Rovigo Luigi Paulon una decina di giorni fa, dopo che in Regione erano state illustrate le nuove misure per il risanamento dell'atmosfera nel bacino Padano. E ieri mattina, a una settimana dall'entrata in vigore delle nuove misure, c'era meno di un terzo dei Comuni polesani al Tavolo tecnico zonale convocato dalla Provincia.
NESSUN COORDINAMENTO
La riunione in sala consiliare a palazzo Celio serviva soprattutto a dare chiarimenti ai sindaci, con l'auspicio di estendere il più possibile le indicazioni regionali, applicando modalità comuni. Come? È previsto che Arpav comunichi giornalmente i dati ambientali dei principali inquinanti secondo tre livelli di allerta: verde, arancio (scatta dopo quattro giorni consecutivi in cui le polveri Pm10 siano sopra i valori limite per la tutela della salute) e rosso (10 giorni consecutivi sopra i limiti). Tuttavia, le misure di stop al traffico riguardano solo i comuni capoluogo e quelli sopra i 30mila abitanti, e così sono circoscritte a Rovigo, dove scatteranno dalle 8.30 di lunedì prossimo, 1° ottobre, e prevedono dal lunedì al venerdì fino al 31 marzo 2019, dalle 8.30 alle 18.30, lo stop ai veicoli diesel, privati e commerciali, da Euro 0 a Euro 3 e dei veicoli a benzina Euro 0 ed Euro 1, con blocco anche dei diesel Euro 4 in caso di allerta arancio. Mentre gli impegni per limitare le emissioni dai generatori di calore alimentati a biomassa, e gli inquinanti dalla combustione all'aperto di materiale vegetale e dallo spandimento di liquami nei terreni agricoli, riguardano tutti i Comuni. Ma si applicano, in base alle allerte dell'Arpav, se l'amministrazione decide di intervenire con un'ordinanza. Così in Polesine si viaggia a ritmi diversi, almeno in questo momento: a Rovigo l'Amministrazione è al lavoro su una nuova ordinanza antinquinamento che dovrebbe uscire a breve, mentre gli altri Comuni, almeno quelli presenti ieri al Tavolo in Provincia, cercavano di condividere una linea. L'Accordo per il bacino Padano, infatti, negli impegni per limitare le emissioni estranee al traffico veicolare prevede che tutto il territorio possa, e non debba, farsene carico. I dati, però, indicano che in Veneto il 65 per cento delle emissioni di polveri deriva dalla combustione di biomasse. E quindi per migliorare la qualità dell'aria, occorre intervenire soprattutto su questo capitolo di emissioni. «Come è successo per la West Nile, con la necessità di attuare interventi integrati - ha ricordato al Tavolo tecnico zonale il presidente della Provincia Marco Trombini -, per ottenere risultati contro l'inquinamento occorrerebbe adottare ordinanze similari e avere gli stessi parametri, altrimenti questo è un Tavolo puramente statistico».
LA STATISTICA
E le statistiche illustrate ieri mattina dai tecnici del Dipartimento provinciale di Rovigo dell'Arpav indicano che, nel lungo periodo, i valori medi degli inquinanti sono in diminuzione, sia nelle stazioni di traffico sia in quelle di fondo di monitoraggio. Per le Pm10, tutte le stazioni in Polesine hanno rilevato sull'anno solare una media delle misure giornaliere inferiore ai 40 microgrammi per metro cubo, che è il riferimento legislativo per la tutela della salute. Tuttavia, il limite dei 35 giorni l'anno di superamenti della soglia giornaliera di 50 microgrammi è stato superato in tutte le stazioni (per Castelnovo Bariano e Porto Tolle mancano le medie annue che richiedono la raccolta minima dei dati giornalieri pari al 90 per cento). Quest'anno i dati sono più favorevoli per le maggiori piogge. Per le polveri sottili Pm 2,5, la stazione in Largo Martiri mostra una media annuale dal 2015 in progressiva diminuzione: da 31 microgrammi per metrocubo nel 2015 a 25 nel 2017.
Nicola Astolfi
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