I difensori pronti ai ricorsi: «Condannati degli innocenti»

Giovedì 21 Giugno 2018
I difensori pronti ai ricorsi: «Condannati degli innocenti»
LE REAZIONI
VENEZIA «Non posso dire che me l'aspettavo, ma la sensazione era che anche la Corte d'Assise di Venezia si sarebbe allineata alle sentenze già emesse».
Al termine dell'udienza, nell'aula bunker di Mestre, l'avvocato Rocco Marsiglia, difensore di Gianina Pistroescu, esprime tutta l'amarezza per il verdetto arrivato. L'ennesimo, dopo che nell'udienza precedente era avvenuto qualcosa di inatteso: «Il procuratore generale Giancarlo Buonocore ha detto quello che ripetiamo da anni: non c'è la certezza che siano stati loro a commettere l'omicidio».
Che altri abbiano partecipato all'uccisione, è messo nero su bianco. Il ragionamento, quindi, è che qualcuno che sicuramente ha materialmente ucciso Paula Burci è ancora libero, mentre a pagare potrebbero essere due persone innocenti. «È stato proprio il procuratore generale a parlare di prove evanescenti e di un'incertezza di fronte alla quale bisognava arrivare a una sentenza assolutoria, non si può condannare qualcuno in presenza di dubbi. Sono curioso di leggere le motivazioni di questa sentenza, dopo quanto è stato detto dall'accusa».
RICORSO
L'avvocato Marsiglia, comunque, non si dà per vinto. «Ho la sensazione che dovrò tornare a Venezia - commenta - tutto può ancora succedere. Già nella sua precedente sentenza la Cassazione non si è limitata a dire che il processo si doveva celebrare a Rovigo, ma ha anche parlato di alcune dichiarazioni dei dipendenti della Locanda Valmolin che sono state in un certo senso nascoste. Sono convinto che se tutta l'inchiesta e il primo processo si fossero radicati fin dall'inizio a Rovigo, senza i copiaincolla che invece ci sono stati, avremmo avuto risultati decisamente diversi».
A oltre dieci anni dall'omicidio, con il corpo della prostituta bambina ritrovato il 24 marzo 2008, ancora la vicenda processuale non è chiusa. Anche se le quattro sentenze pesano come macigni. Ma parole come pietre sono state pronunciate anche dal Procuratore generale vicario Giancarlo Buonocore, «un magistrato con la schiena dritta - sottolinea Marsiglia - che ha studiato le carte e non ha avuto paura di sconfessare quanti si erano già pronunciati su un caso pieno di ombre e dubbi».
L'ALTRA DIFESA
L'avvocato adriese Francesca Martinolli, che difende Benazzo, non esita a definirsi «allibita e senza parole. Sulla base di quanto ha detto il pubblico ministero, oggi un innocente è stato condannato all'ergastolo. Per il mio assistito ha detto che non ci sono prove della sua colpevolezza. Ovviamente, dovremo leggere le motivazioni della sentenza, ma credo che siano emersi aspetti significativi anche a livello formale oltre che di merito».
Rispetto alla sentenza di Rovigo c'è stata una parziale riforma, perché è stata constatata l'intervenuta prescrizione dell'ulteriore reato che veniva contestato ai due, l'occultamento di cadavere, che era costato ai due imputati la pena aggiuntiva di due mesi diurno. Al momento sia Benazzo che Pistroescu, avendo già scontato il massimo delle misure cautelari, sono liberi con l'obbligo di dimora e il divieto di espatrio. Presente all'udienza di ieri anche Aurelian Burci, il fratello più piccolo di Paula, costituito parte civile insieme ai genitori e agli altri due fratelli con l'avvocato Chiara Lazzari di Perugia.
F.Cam.
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