Grassi: «Non siamo un costo portiamo introiti allo Stato»

Sabato 27 Maggio 2017
Grassi: «Non siamo un costo portiamo introiti allo Stato»
Il professor Gianpaolo Grassi è sconsolato, quasi incredulo. «Ancora non è arrivata una comunicazione ufficiale, ma i segnali sembrano proprio indicare che il Centro di Rovigo rientri nei 31 destinati alla chiusura. Proprio ora che il ministero ha stanziato 700mila euro per la promozione e la ripresa della canapa industriale e proprio ora che il progetto sulla canapa terapeutica iniziava a dare i primi frutti».
Appena il 16 maggio scorso, la bontà del progetto è stata esaltata in un open day promosso con il patrocinio dell'Ordine dei medici e dell'Ordine dei farmacisti della Provincia di Firenze. «In quella sede - spiega Grassi - sono state ribadite le prospettive mediche con una platea potenziale di pazienti di 15 milioni di persone, ma anche economiche, con un indotto che potrebbe arrivare a 700 milioni di euro. Offrendo, fra l'altro, anche nuove prospettive al ruolo dei farmacisti».
Il Centro di Rovigo di tutto questo è stato il primo motore. Ed è qui che vengono selezionate le piante. «Non so quale possa essere l'alternativa, spostare tutto comporterebbe spese e non risparmi. Qui di spese vive, oltre al personale, ci sono 50mila euro l'anno a fronte di introiti di almeno tre volte tanto per la partecipazione in vari progetti. È un settore così in espansione che già in passato era stata ipotizzata l'idea di creare una startup autonoma. Spero che si riesca a scongiurare la chiusura che sarebbe un grave errore e anzi, si riesca a far a comprendere il ruolo e le potenzialità della ricerca pubblica in questo settore».
Rovigo non può permettersi di perdere anche questa eccellenza, una delle poche rimaste.
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