Giacometti: «Non siamo coinvolti e non so cosa accada in municipio»

Martedì 19 Febbraio 2019
Giacometti: «Non siamo coinvolti e non so cosa accada in municipio»
DIETRO LE QUINTE
ROVIGO Una partita nella quale i giocatori credono sempre meno, mentre l'attaccante continua a chiamare palla per andare in porta. Si sostituiscano i termini partita con Comune, giocatori con maggioranza e attaccante con sindaco, e si otterrà quanto si vede in municipio.
Gli uffici degli assessori sono vuoti da tre settimane e il Comune viene mandato avanti dai dirigenti e dal personale seguendo pratiche e progetti avviati da tempo, ma nessuna nuova iniziativa. Il sindaco Massimo Bergamin assomma tutte le deleghe, ma non ha i poteri di giunta e al di là di decreti, nulla può fare perché la legge richiede delibere. A cominciare dal bilancio previsionale, che dovrà essere votato in consiglio entro il 31 marzo, ma dev'essere depositato venti giorni prima. Per presentarlo, però, deve essere adottato dalla giunta. Certo Bergamin, contraddicendosi rispetto a venerdì, potrebbe fare una mini giunta per varare l'atto, ma in aula avrebbe i 17 voti per approvarlo? A oggi rischierebbe la bocciatura e questo farebbe cadere egualmente il Comune.
DELUSIONE
Pare difficile che possa sostenerlo prima di tutto la Lega, sempre più convinta che non si possa andare avanti così, con una pessima figura davanti agli elettori cui potrebbero doversi rivolgere tra poco. Se il gruppo è molto distante ormai da Bergamin, non è che il resto del partito gli sia vicino. Anche altre figure politiche del Carroccio polesano stanno seguendo con scarso coinvolgimento la vicenda, nonostante nel 2015 tutti gioirono del trionfo.
L'onorevole Antonietta Giacometti, per esempio, risponde che «non ho seguito la questione e non so come si sia creata. Se ne occupa il segretario Da Re, non siamo stati coinvolti».
Come giudica quanto sta avvenendo in Comune?
«Non saprei cosa dire, sono sempre impegnata avanti e indietro con Roma, leggo a malapena i titoli dei giornali».
Chi ci è pienamente dentro, di motivi di malumore ne ha e proprio la Lega potrebbe far saltare il banco, ancor prima dell'opposizione. Il rapporto con il sindaco si è deteriorato negli anni, si sono presi due cammini, del primo cittadino e del gruppo del Carroccio, nemmeno paralleli, ma divergenti, mentre la città, secondo i leghisti, non riceveva le risposte che in campagna elettorale si erano impegnati a dare.
L'ERRORE
Sono mancati i soldi, certo, col bilancio ingessato dal caso del polo natatorio, ma non si dimentica che questa amministrazione aveva ricevuto in eredità una transazione pronta con Unipol, raggiunta dal commissario Claudio Ventrice, che avrebbe chiuso la vicenda con un esborso di due milioni, che avrebbe fatto tornare nella disponibilità del Comune il terreno rimasto dell'ex piscina di viale Porta Adige (da poter rivendere), nonché cancellare la clausola del project financing che ribalta su Palazzo Nodari il mutuo non pagato dalla fallita Veneto nuoto. La transazione è stata abbandonata, si sono spesi alcune migliaia di euro per un parere legale che ha portato a nulla, si sono rincorse le sirene di compratori disposti a subentrare, da Asm alla Copma a Padova nuoto, con l'unico esito che oggi il Comune si ritrova a pagare oltre 6 milioni. Con questi 4 milioni di differenza probabilmente la giunta Bergamin avrebbe potuto fare di più. Ora c'è il rischio, una volta sanato il debito con Unipol, che la Corte dei conti valuti la vicenda.
Luca Gigli
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