Ex questore guiderà la città per 90 giorni

Sabato 23 Febbraio 2019
PALAZZO NODARI
ROVIGO Nicola Izzo è il commissario scelto dal prefetto Maddalena De Luca per gestire almeno per i prossimi 90 giorni il Comune. Nei prossimi giorni avverrà la nomina dei due subcommissari che lo affiancheranno.
Lunedì in tarda mattinata arriverà nel capoluogo, coprendo così in breve tempo la vacanza della carica del sindaco, dopo la caduta di Massimo Bergamin nella serata di giovedì per mano di 22 consiglieri comunali.
LA CARRIERA
Izzo è nato a Scafati, in provincia di Salerno, il 6 aprile 1949. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze politiche all'università di Pavia, entra nella Polizia di Stato nel 1967 frequentando l'Accademia del corpo delle guardie di Pubblica sicurezza. Nel 1995 è nominato Questore di Treviso e successivamente di Verona, Torino e Napoli, quindi Direttore interregionale per le regioni Lazio, Abruzzo e Sardegna, poi per Lombardia ed Emilia Romagna. Nel 2005 assume l'incarico di prefetto di Lodi. È stato anche direttore centrale per i Servizi tecnico-logistici e la gestione patrimoniale del Dipartimento della Pubblica sicurezza e dall'agosto 2007 capo della Segreteria del Dipartimento. È stato inoltre vice capo vicario della Polizia quando a capo c'era Antonio Manganelli. Nel 2014 è stata archiviata la sua posizione nell'inchiesta che lo ha visto coinvolto, insieme all'ex prefetto dell'Aquila Giovanna Iurato, in piena emergenza terremoto, per una presunta gestione degli appalti al Viminale. Proprio queste indagini, chiuse con un nulla di fatto, lo costrinsero alle dimissioni in quello stesso anno.
LA NOMINA
Vive in Lombardia, ma visti i suoi trascorsi a Treviso e Verona, già conosce il Veneto e si è detto contento della fresca nomina a guida straordinaria di Rovigo. Izzo è stato personalmente scelto dal prefetto De Luca, impegnata per tutta la giornata di ieri a Roma al ministero dell'Interno per gestire la situazione di Rovigo. Già oggi, probabilmente, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, su proposta del Ministero, lo nominerà commissario.
Al suo arrivo nel suo ufficio vedrà subito due patate bollenti da gestire: la risoluzione del debito di quasi 7 milioni di euro del polo natatorio con Unipol Banca e il bilancio di previsione interamente da completare.
Mentre Izzo pian piano si avvicina a Rovigo per cominciare il commissariamento del Comune, la politica ieri ha affrontato il suo primo giorno senza Bergamin a Palazzo Nodari (in senso figurato, visto che da almeno due giorni già non frequentava più il suo ufficio). Sotto la sede municipale, in vicolo Zanella, in mattinata sono transitati alcuni dei principali protagonisti di questa esperienza politica durata 1.347 giorni.
I COMMENTI POLITICI
Su tutti, Bartolomeo Amidei, ex senatore e coordinatore provinciale di Forza Italia nel 2015, quando fu lui, con la Lega allora guidata da Antonello Contiero, a portare Bergamin sullo scranno più importante della città. Una scelta di cui dice di essersi pentito già dopo poco tempo dall'insediamento. «Da un punto di vista umano mi dispiace per Bergamin, ma non certo da un punto di vista politico. Questo perché tre anni fa sono stato il primo a chiedere a Bergamin di dimettersi, rendendomi conto in quel momento che non era nelle condizioni di amministrare Rovigo. Non ero credibile, però, perché era in auge grazie alle comparsate televisive, però se fossi stato ascoltato, Rovigo vivrebbe una situazione sicuramente migliore».
Di parere ben diverso l'ex presidente del Consiglio comunale Paolo Avezzù, che dopo avere inizialmente firmato insieme al suo gruppo un documento nel quale dichiarava pubblicamente di abbandonare la minoranza, aveva scelto negli ultimi giorni di «non abbandonare la nave». Avezzù spiega in una breve nota che «la fine anticipata di una amministrazione comunale, al di là delle responsabilità, è sempre una sconfitta e l'ho già vissuta sulla mia pelle nel 2014 (dimissioni per la conclusione anticipata della giunta Piva, ndr). Molti oggi gioiscono, ma ritengo che per Rovigo sia un giorno triste, in cui riscontriamo come la politica abbia fallito. Mi auguro che ci siano uomini e donne di buona volontà che abbiano davvero a cuore il bene della nostra città per risolvere i tanti problemi rimasti aperti».
Alberto Lucchin
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