Era in studio e non all'asta: notaio a processo per falso

Giovedì 21 Febbraio 2019
L'INCHIESTA
ROVIGO Una lunga indagine, con tanto di intercettazioni ambientali, ha portato la Procura a chiedere e ottenere il rinvio a giudizio del notaio Giovanna Morena, 37 anni, di origini campane, che secondo l'accusa fra 2015 e 2017 avrebbe falsamente firmato verbali di cinque aste immobiliari, come delegato alle vendite, attestando la propria presenza in Tribunale davanti ai difensori delle parti, mentre invece si sarebbe trovata nel proprio studio. In due casi, infatti, l'accusa rileva che vi sarebbero atti stipulati in orari sovrapponibili, mentre in altri due al suo posto si sarebbe presentata una sua dipendente. Non solo, ma proprio sulla base delle intercettazioni audio e video all'interno del suo studio le è stato anche contestato di aver falsamente dichiarato in decine di casi di aver dato lettura alle parti degli atti. Letture che, invece, secondo l'accusa non si sarebbe verificata o, quanto meno, sarebbe avvenuta in modo non corretto. Per entrambi i capi d'imputazione contestati alla professionista con studio in via Silvestri, l'ipotesi di reato è quella di falsità ideologica e materiale commesse dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
UDIENZA PRELIMINARE
Il giudice per le udienze preliminari Silvia Varotto ieri ha deciso per il rinvio a giudizio. Il processo si aprirà il 16 aprile. A dare il la alle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Monica Bombana, ora a Modena, ci sarebbe stato un esposto di alcuni avvocati. La Procura ha chiesto anche la sospensione cautelare della professionista, sulla quale si deve ancora pronunciare la Commissione amministrativa regionale di disciplina, che ha competenza sulle sanzioni disciplinari per i notai, mentre il Consiglio notarile distrettuale di Rovigo si è costituito parte civile con l'avvocato Paola Malasoma. A difendere la notaio, invece, sono gli avvocati Marco Linguerri di Ferrara e Guido Magnisi di Bologna. La dottoressa Morena, spiegano, «si dichiara totalmente estranea a quanto contestatole e pronta a dimostrarlo in Tribunale, posto che era assolutamente prevedibile e naturale che una vicenda di questo tipo non si potesse risolvere nell'ambito di un'udienza preliminare. Nel merito, infatti, riteniamo non ci sia stato falso alcuno, tant'è che tutte le stipule hanno raggiunto il loro scopo e nessuna contestazione è mai stata mossa dai clienti».
F.Cam.
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