E intanto nelle fabbriche è boom di contratti precari

Martedì 20 Marzo 2018
E intanto nelle fabbriche è boom di contratti precari
METALMECCANICI
ROVIGO «Il settore metalmeccanico sta conoscendo una lenta ma costante ripresa, specie in termini occupazionali. Peccato però che si tratti, per oltre la metà dei casi, di persone precarie, che vengono sfruttate dalle aziende per poi restare a casa una volta che il contratto di lavoro è scaduto». A dirlo è Mirco Bolognesi, da poco riconfermato alla guida della segreteria della Uilm-Uil. «Spiace constatare che quando le cose vanno male i sindacati vengono contattati dalle varie aziende di turno, ma quando tutto invece va bene, ecco che siamo visti come qualcosa da evitare - afferma - Per questo motivo ci vorrebbe un tavolo sinergico, che metta al centro la politica imprenditoriale e di sviluppo del comparto metalmeccanico. Da quando non esiste più l'obbligo di assumere al massimo l'8% di persone a tempo determinato, che almeno serviva a fermare il fenomeno dell'inoccupazione dopo qualche mese, si assiste a un mercato selvaggio, dove si fa a gara per avere il maggior numero di precari. Ma di questo passo non si potrà pensare di crescere, soprattutto a livello di numero di famiglie, perchè chi mai avrà le forze per uscire dalla casa dei genitori e investire su qualcosa che non ha futuro? Dal 2008 al 2017 sono stati persi circa 3.300 posti di lavoro in Polesine, solo per quello che riguarda l'industria metalmeccanica. Vale a dire il 31% degli occupati. Se contiamo che un'azienda ha in media almeno un centinaio di dipendenti, questo significa avere perso come minimo 15 aziende».
LE AZIENDE IN CRISI
I casi di Bellelli Engineering, Guerrato e Sicc sono quelli che hanno visto Bolognesi, ma anche i colleghi di Cisl e Cgil, con forze politiche, imprenditoriali e persino il vescovo in prima linea per cercare di venire a capo di una situazione che ha messo in crisi la provincia di Rovigo. «Al momento non sappiamo ancora con chi interloquire a livello parlamentare, dato che tutto è ancora fermo - continua Bolognesi - Prima gli interlocutori erano chiari: abbiamo avuto colloqui con Diego Crivellari, Emanuela Munerato, Bartolomeo Amidei, oltre che con i consiglieri regionali, il presidente della Provincia, Marco Trombini, al prefetto Enrico Caterino. La dinamica del Prodotto Interno Lordo è stata dell'1,5% nel 2017, con una crescita prevista di 1,6% nel 2018 e di 1,8% nel 2019. Crescita del Pil dovuta alle esportazioni, ma non alle famiglie. La disoccupazione nazionale è stata pari all'11,5% lo scorso anno, quest'anno si arriverà all'11,2%, mentre nel 2019 sarà attorno al 10,8%. Nel 2008 eravamo al 6,7%. I più colpiti dalla disoccupazione sono gli under 24. La nostra provincia detiene il record negativo in Veneto: 3.700 persone sotto i 30 anni sono iscritte nelle liste dei centri provinciali per l'impiego».
SENSO DI INSICUREZZA
Bolognesi si sofferma sul boom dei precari in Polesine. «A un segnale di ripresa contemporaneamente si registra una forte insicurezza - osserva il sindacalista - Nel 2017 sono stati creati 488mila nuovi posti di lavoro in Veneto, ma i contratti a tempo indeterminato sono calati di 117mila unità. Ma se non c'è la sicurezza del posto di lavoro, quando è in atto una ripresa, quando la si potrà avere?».
Marco Scarazzatti
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