Dalla I3 fallita ai lotti ancora vuoti Diciotto anni di attese e promesse

Domenica 16 Dicembre 2018
Tutto ha inizio nel 1999, con la firma del progetto della macro-area di Arquà e Villamarzana, avvenuto nella sede dell'allora biblioteca, nel palazzo rosso di via Garibaldi. Presenti i sindaci Pietro Marangoni e Fausto Previato, oltre a tecnici e progettisti. Il milione e mezzo di metri quadrati avrebbe dovuto portare un indotto di migliaia di lavoratori, anche grazie all'apertura del casello autostradale di Villamarzana avvenuta nel 2007. Nel 2004 ci fu il taglio del nastro. Nel frattempo i consigli comunali dei due Comuni diventano sempre più roventi, specie quello arquatese, visto che viene messa in dubbio la posizione di Marangoni, prima sindaco e poi capogruppo di maggioranza nella giunta di Claudio Rosa, accusato di palese conflitto di interessi, essendo il presidente della I3 Spa, ossia la società che gestisce la compravendita dei lotti. Nel 2013 i consiglieri di minoranza presentano una mozione di sfiducia al sindaco Rosa, chiedendone le dimissioni. Nel 2014, dopo che la I3 aveva chiuso per la prima volta con un bilancio in passivo, Marangoni si dimette. Al suo posto subentra Severino Vettorato, che ricoprirà anche il ruolo di curatore fallimentare. Il compito è poi stato affidato a Nicoletta Mazzagardi.
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