CENTRODESTRA
ROVIGO «Giampietro Berti? Non so chi sia, non so nulla delle candidature».
Il commissario regionale della Lega Giannantonio Da Re afferma di non sapere alcunché sul potenziale candidato proposto dall'assessore regionale e commissario rodigino della Lega, Cristiano Corazzari. Domenica si è svolta una riunione privata del partito che nel 2015 ha vinto le ultime elezioni comunali rodigine con Massimo Bergamin, sconfiggendo la candidata democratica Nadia Romeo. Dopo la caduta avvenuta per mano di 22 consiglieri dimissionari su 32 lo scorso 21 febbraio, la Lega cittadina è stata investita da un ciclone che non si vedeva almeno dall'epoca in cui il partito nazionale è stato affidato a Flavio Tosi: fuori i sei consiglieri dimissionari del parlamentino di Palazzo Nodari che hanno contribuito attivamente a far cadere Bergamin (Fabio Benetti, Stefano Raule, Nicola Marsilio, Giancarlo Andriotto, Luca Gabban e Andrea Denti), sezione affidata all'assessore regionale e scioglimento dell'alleanza con Forza Italia.
CORSA SOLITARIA
La Lega, per la prima volta dal 2001, scenderà nelle piazze rodigine a fare propaganda elettorale senza avere al proprio fianco l'alleato storico di centrodestra. A confermarlo è proprio Da Re: «Non abbiamo alleanze con alcuno. Stiamo ricostruendo la sezione, poi faremo il resto». In compenso la Lega si presenterà alle urne, almeno per quanto riguarda il primo turno elettorale ancora ipotizzato il 26 maggio, con due liste. «Sicuramente saranno due - spiega il plenipotenziario regionale - la riunione riservata di domenica è servita per organizzare gli ordini di lavoro per realizzare le liste. Bergamin? Ripartiamo con tutto nuovo».
BERGAMIN FUORI
L'ex sindaco, quindi, rischia di rimanere completamente fuori da questa tornata elettorale, nonostante giri insistentemente la voce che da settimane stia bussando alle porte dei vertici del partito per poter rientrare nel palazzo da cui ha guidato la città negli ultimi tre anni e otto mesi. Su chi sarà il candidato con la spilla di Alberto da Giussano al petto, però, non è dato sapere con certezza. Finora gli unici due ventilati erano Lucio Taschin (referente provinciale del Coni) ed Emilio Ramazzina (primario di chirurgia in pensione), ma entrambi hanno deciso di lasciare stare la carriera politica, restituendo l'invito che gli era stato avanzato dal commissario comunale leghista.
POSSIBILI NOMI
Nella ricerca del nome ideale da proporre agli elettorali per lo scranno più importante di Rovigo ecco così emergere il nuovo asso nella manica di Corazzari: il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Rovigo Gianpietro Berti. Corazzari stesso, seccato, afferma solo: «Non confermo nulla. Sto valutando, sentendo i vertici. È una situazione in divenire».
Un nome nuovo quello dell'avvocato 55enne di Rovigo, che sembra sia molto legato alla famiglia di Mattia Moretto (ex consigliere comunale del Partito democratico) per un'amicizia di vecchia data. Un elemento che non sarebbe in alcun modo discriminatorio per lui, né per la Lega, perché seppur questa tesi possa risultare frutto della più profonda fantapolitica, qualora Berti ricevesse un aiuto in termini di voti dal giovane Moretto (il più votato in assoluto nel 2015 con 426 preferenze) è difficile credere che possa essere un problema per lui.
LO STOP
In ogni caso Da Re frena: «Non so chi sia». Se questa sia una tattica per non bruciare il nome di Berti oppure uno stratagemma politico per temporeggiare e sparigliare i piani degli avversari politici, non è dato sapere. Quel che stupisce è che il partito che a livello nazionale va per la maggiore (i sondaggi danno il Carroccio al quasi il 40 per cento) non sia ancora riuscito trovare un candidato disposto a correre per la poltrona di sindaco di Rovigo.
Da Forza Italia, intanto, nessun commento ufficiale su Berti. Il coordinatore provinciale Piergiorgio Cortelazzo è stato irraggiungibile per tutta la giornata.
Alberto Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA ROVIGO «Giampietro Berti? Non so chi sia, non so nulla delle candidature».
Il commissario regionale della Lega Giannantonio Da Re afferma di non sapere alcunché sul potenziale candidato proposto dall'assessore regionale e commissario rodigino della Lega, Cristiano Corazzari. Domenica si è svolta una riunione privata del partito che nel 2015 ha vinto le ultime elezioni comunali rodigine con Massimo Bergamin, sconfiggendo la candidata democratica Nadia Romeo. Dopo la caduta avvenuta per mano di 22 consiglieri dimissionari su 32 lo scorso 21 febbraio, la Lega cittadina è stata investita da un ciclone che non si vedeva almeno dall'epoca in cui il partito nazionale è stato affidato a Flavio Tosi: fuori i sei consiglieri dimissionari del parlamentino di Palazzo Nodari che hanno contribuito attivamente a far cadere Bergamin (Fabio Benetti, Stefano Raule, Nicola Marsilio, Giancarlo Andriotto, Luca Gabban e Andrea Denti), sezione affidata all'assessore regionale e scioglimento dell'alleanza con Forza Italia.
CORSA SOLITARIA
La Lega, per la prima volta dal 2001, scenderà nelle piazze rodigine a fare propaganda elettorale senza avere al proprio fianco l'alleato storico di centrodestra. A confermarlo è proprio Da Re: «Non abbiamo alleanze con alcuno. Stiamo ricostruendo la sezione, poi faremo il resto». In compenso la Lega si presenterà alle urne, almeno per quanto riguarda il primo turno elettorale ancora ipotizzato il 26 maggio, con due liste. «Sicuramente saranno due - spiega il plenipotenziario regionale - la riunione riservata di domenica è servita per organizzare gli ordini di lavoro per realizzare le liste. Bergamin? Ripartiamo con tutto nuovo».
BERGAMIN FUORI
L'ex sindaco, quindi, rischia di rimanere completamente fuori da questa tornata elettorale, nonostante giri insistentemente la voce che da settimane stia bussando alle porte dei vertici del partito per poter rientrare nel palazzo da cui ha guidato la città negli ultimi tre anni e otto mesi. Su chi sarà il candidato con la spilla di Alberto da Giussano al petto, però, non è dato sapere con certezza. Finora gli unici due ventilati erano Lucio Taschin (referente provinciale del Coni) ed Emilio Ramazzina (primario di chirurgia in pensione), ma entrambi hanno deciso di lasciare stare la carriera politica, restituendo l'invito che gli era stato avanzato dal commissario comunale leghista.
POSSIBILI NOMI
Nella ricerca del nome ideale da proporre agli elettorali per lo scranno più importante di Rovigo ecco così emergere il nuovo asso nella manica di Corazzari: il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Rovigo Gianpietro Berti. Corazzari stesso, seccato, afferma solo: «Non confermo nulla. Sto valutando, sentendo i vertici. È una situazione in divenire».
Un nome nuovo quello dell'avvocato 55enne di Rovigo, che sembra sia molto legato alla famiglia di Mattia Moretto (ex consigliere comunale del Partito democratico) per un'amicizia di vecchia data. Un elemento che non sarebbe in alcun modo discriminatorio per lui, né per la Lega, perché seppur questa tesi possa risultare frutto della più profonda fantapolitica, qualora Berti ricevesse un aiuto in termini di voti dal giovane Moretto (il più votato in assoluto nel 2015 con 426 preferenze) è difficile credere che possa essere un problema per lui.
LO STOP
In ogni caso Da Re frena: «Non so chi sia». Se questa sia una tattica per non bruciare il nome di Berti oppure uno stratagemma politico per temporeggiare e sparigliare i piani degli avversari politici, non è dato sapere. Quel che stupisce è che il partito che a livello nazionale va per la maggiore (i sondaggi danno il Carroccio al quasi il 40 per cento) non sia ancora riuscito trovare un candidato disposto a correre per la poltrona di sindaco di Rovigo.
Da Forza Italia, intanto, nessun commento ufficiale su Berti. Il coordinatore provinciale Piergiorgio Cortelazzo è stato irraggiungibile per tutta la giornata.
Alberto Lucchin
