Corazzari: «Rovigo 2021, avanti tutta»

Domenica 23 Luglio 2017
Corazzari: «Rovigo 2021, avanti tutta»
Le inaspettate dimissioni dell'assessore comunale alla Cultura Andrea Donzelli potrebbero avere ripercussioni anche sull'ambizioso progetto di candidare Rovigo a città capitale italiana della cultura per il 2021, che pare sia uno dei temi di scontro proprio tra l'ex assessore e il sindaco Bergamin. Va infatti ricordato che il 21 maggio scorso, nella sala convegni di villa Badoer a Fratta Polesine, Donzelli aveva annunciato di essere pronto a inviare tutta la documentazione per candidare Rovigo per il 2020. Qualche giorno dopo invece la clamorosa retromarcia, con Bergamin che annuncia come data quella del 2021.
«Non sono addentro al progetto e non ne conosco i contenuti - spiega l'ex sindaco di Rovigo, Fausto Merchiori, presidente della Fondazione per lo sviluppo del Polesine, organizzatore della prima fortunata edizione del Maggio Rodigino -, però si tratta di un'opportunità unica e imperdibile non solo per Rovigo, ma per l'intera provincia. Tutto è nato da quella che era stata vista come una provocazione del docente universitario Edoardo Gaffeo, durante l'incontro con il vescovo Pierantonio Pavanello lo scorso febbraio al teatro Don Bosco di Rovigo. Non credo possa dipendere solo da una persona, anche se so che Donzelli ci stava lavorando. A mio parere non ci saranno ripercussioni, in quanto il progetto è autonomo e può benissimo continuare ad andare avanti». Il presidente dell'Accademia dei Concordi, Enrico Zerbinati, che in più di una circostanza ha lamentato l'assenza di fondi dal Comune per tenere aperta la biblioteca, si trincera dietro il classico no comment. Aggiungendo: «Non voglio rilasciare alcun tipo di dichiarazioni in merito». Molto più realistico il commento di Luigi Contegiacomo, direttore dell'Archivio di Stato: «Al di là di Donzelli, mi chiedo se davvero vi siano le condizioni per poter candidare Rovigo per un progetto così ambizioso. È vero che la città ha fatto grandi progressi, ma a livello di cultura si sta facendo ancora troppo poco. Palazzi di pregio ce ne sono tanti, ma serve un'inversione di tendenza per poter competere con altre realtà italiane. A meno che in così poco tempo non si riesca a mettere in luce maggioramente pinacoteca e museo, solo per fare degli esempi. Bisogna collocare le giuste professionalità nei posti giusti».
Il presidente della Provincia Marco Trombini è stato il primo a lanciare l'idea di un tavolo aperto a più sindaci possibili, per mettere assieme le varie peculiarità polesane. «Avevo parlato con Donzelli più volte di Rovigo Capitale della cultura 2020 prima e 2021 poi, anche se non so se l'attuale giunta ci sarà ancora tra quattro anni. Mi metto a disposizione del prossimo assessore alla Cultura, come ho sempre fatto con Donzelli, perchè il ruolo di coordinatore spetta a Rovigo in qualità di Comune capoluogo». «La notizia mi ha preso in contropiede - afferma Raffaele Peretto, già direttore del museo dei Grandi Fiumi -, Perchè con Donzelli stavo lavorando a diversi progetti, tra questi: Il mito nelle scuole e un convegno sui 50 anni dalla scoperta di Frattesina. Ora dovrò ripartire da zero. Donzelli aveva scelto di collocare il suo ufficio proprio al museo, per poterlo far conoscere di più alla gente. Il progetto di Rovigo capitale della cultura diventa a dir poco impegnativo». Cristiano Corazzari, assessore regionale alla Cultura: «Chiunque sarà il sostituto di Donzelli, avrà il pieno appoggio dalla Regione, affinché Rovigo possa cogliere questa grande occasione. Con o senza Donzelli cambia poco: l'importante è andare avanti nell'iter già avviato».
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