Contati venti morti in tre anni pari al dieci per cento del Veneto

Martedì 22 Maggio 2018
Contati venti morti in tre anni pari al dieci per cento del Veneto
LO STUDIO
ROVIGO Il Polesine ha contato venti vittime di infortuni mortali sul lavoro tra il 2014 e il 2017: sono il 10 per cento del totale regionale, secondo il Rapporto stilato dal Programma regionale epidemiologia occupazionale (Preo).
Nello stesso rapporto, allargando il periodo considerato, la cifra delle vittime in provincia di Rovigo sale a 32 considerando gli infortuni mortali a partire dal 2011, anche se la statistica raccolta dal Preo giudica il 2011 sottostimato, perché il dato è stato ricostruito a posteriori, mentre per il 2017, ultimo anno considerato dal rapporto, bisogna valutare che la fonte flussi Inail richiede generalmente due anni per la definizione completa dei casi registrati di anno in anno.
I LUOGHI
La maggior parte dei venti casi di infortuni mortali sul lavoro in Polesine nel 2014-17 è accaduta nell'ambito territoriale dell'ex Ulss 18 (14), ovvero in Medio e Alto Polesine. La vicina provincia di Padova, nello stesso periodo, ne ha contati 25 e il confronto con il Polesine deve far riflettere considerando che nella vicina provincia oltre l'Adige, sono più alti i numeri assoluti di ore lavorate e di addetti esposti al rischio, anche in rapporto al migliore andamento produttivo a Padova. Tuttavia va sempre considerato che l'area geografica è il criterio meno appropriato per valutare come cambino nel tempo le condizioni di rischio sul lavoro.
LE CAUSE
Passando dai numeri alle cause dei venti infortuni mortali detti, quella più frequente è lo schiacciamento (otto casi), seguita da intossicazione (le quattro persone morte nella sede di Ca' Emo della Coimpo), le cadute (due casi), annegamento (due casi) e incidente stradale (due addetti alla manutenzione stradale travolti da un Tir mentre svolgevano manutenzioni). Rientra nelle casistiche di infortuni sul lavoro considerate dal Rapporto regionale anche il caso di un agricoltore stagionale che in sella a un motorino urtò una sbarra di chiusura: la definizione di infortunio sul lavoro considerata per il Rapporto, infatti, comprende solo quelli della norma Uni 7249 del 2007. Sono esclusi così gli infortuni in itinere e quelli stradali dovuti alla circolazione dei veicoli in un luogo pubblico, anche se in orario di lavoro. Sono considerati, invece, i casi come l'investimento di operai in cantieri stradali.
I SETTORI
In Veneto il luogo più frequente di infortuni mortali è quello agricolo (38 per cento dei 200 casi mortali nel periodo 2014-17). Seguono in doppia cifra la sede della ditta a cui appartiene il lavoratore (27%) e i cantieri edili (15%). I luoghi strada e cantieri stradali, pur con i limiti sopra esposti, sommano il 6 per cento degli infortuni mortali.
N.Ast.
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