Chiese chiuse, è soltanto l'inizio

Sabato 17 Marzo 2018
DIOCESI
ROVIGO Le tre parrocchie della Commenda hanno bisogno dell'aiuto dei fedeli per evitare la chiusura delle chiese nel prossimo periodo invernale. Dopo l'accorato appello lanciato dal pulpito dell'altare, domenica scorsa, da don Wanni Manzin, il coordinatore dell'Unità pastorale del maggiore dei quartieri rodigini, ha spiegato quella che è la reale situazione nella quale versano le chiese del centro cittadino.
IL RESPONSABILE
Don Emanuele Sieve, che ha la funzione di moderatore, si dice preoccupato, ma al contempo può contare sull'apporto di un team di esperti, contattato per vagliare quelle che sono le soluzioni più economiche a livello di riscaldamento, ma non solo, dei tre edifici di culto. «Non abbiamo un vero e proprio amministratore, quanto piuttosto un consiglio per gli affari economici,che gestisce le parrocchie Santa Maria Delle Rose, Madonna Pellegrina e Sant'Antonio. Il problema non riguarda, però, solo la Commenda: è esteso a tutti. In tutte le parrocchie la spesa più rilevante è il riscaldamento, specie se raffrontata alle offerte dei fedeli. Poi alle spese di riscaldamento vanno aggiunte quelle di manutenzione e altro. La chiesa che soffre di più è quella della Madonna Pellegrina, nonostante sia stato rifatto qualche anno fa l'impianto termico a terra. Il risparmio c'è, ma nei mesi più freddi, ossia dicembre, gennaio, efebbraio i costi lievitano. Si tratterà di far vedere da esperti di energia e consumo, se c'è la possibilità di risparmiare».
Intanto i parroci devono fare i conti con un costante calo di fedeli. «La diminuzione è notevole - prosegue don Emanuele - inoltre c'è la povertà latente di tante famiglie, oltre alla crisi economica. Non ci sono più i contributi sostanziosi di una volta e nemmeno i contributi extra. La partecipazione alle messe è in calo, stimabile tra il 10 e il 15%, da qualche anno a questa parte e se ne era discusso nel Sinodo del 2010».
I PROBLEMI
Nel dettaglio, il santuario della Madonna Pellegrina «è la chiesa più grande, avendo una navata di mille metri quadrati e può tenere un migliaio di persone. A Sant'Antonio il problema del riscaldamento riguarda sia l'ambiente caldaia che la caldaia stessa. Per questo abbiamo deciso di spostare la messa nel salone parrocchiale. In inverno le funzioni religiose sono state ospitate in un luogo in grado di contenere una settantina di persone. Il risparmio lo si è visto subito con le prime bollette».
Il grosso dei problemi è arrivato da novembre dello scorso anno, con il preventivo degli impiantisti, che ha sconsigliato don Emanuele a iniziare i lavori vista l'ingente somma di 65mila euro per sistemare la caldaia.
SPESE
«Non è possibile indebitare la parrocchia per il riscaldamento. Altri 15mila euro annui servono per riscaldare la Madonna Pellegrina, 3.500-4.000 euro per Sant'Antonio, mentre per la chiesa di Santa Maria delle Rose il consumo è molto minore, nonostante sia la più grande. Ho risparmiato 3.500 euro chiudendo il contratto con Asm da novembre. A Sant'Antonio e Santa Maria delle Rose non è diminuito più di tanto il numero delle offerte. La spesa del gas è di 440 euro a domenica, ma ci sono luce e altri servizi oltre al gas, come la manutenzione. Ci mancava pure che si rompesse la porta della chiesa della Madonna Pellegrina».
CONDIVISIONE
Don Sieve aggiunge che «abbiamo deciso di far conoscere alla comunità quelle che sono le problematiche, con la distribuzione delle buste con offerte, da dare domenica per il riscaldamento. I consigli per gli affari economici si stanno mettendo d'accordo per decidere con vari tecnici il da farsi, insieme a professionisti residenti in Commenda. Questo team di professionisti ci sta dando una mano. È una via questa utile per le parrocchie, perché altrimenti si rischiano di chiudere teatri e chiese, ma non solo. Si cercherà l'aiuto anche delle istituzioni, vedasi Comune, Provincia e Regione».
Marco Scarazzatti
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