Cantonazzo, un calvario lungo mesi Ma a febbraio aprirà il cantiere

Mercoledì 16 Gennaio 2019
GRANZETTE
ROVIGO Nuova invasione dell'aula consiliare per gli esasperati residenti di Cantonazzo. Il risultato di oltre un'ora di urla e fischi hanno portato come unico risultato un tavolo permanente per seguire la vicenda della parziale chiusura al traffico di via Munerati.
LA PROTESTA
Ieri sera, in modo composto, gli invasori hanno esposto due striscioni in aula dove campeggiavano le scritte: «Quattro mesi buttati» e «La pazienza è finita». Da settembre, infatti, la strada davanti la casa di molti residenti è per metà chiusa per un cantiere che non è ancora partito, per questo i cittadini chiedono che almeno siano informati su quanto tempo andrà avanti questa situazione. Quello che vogliono, però, è soprattutto che venga approvata una delle due soluzioni che chiedono di applicare da settimane: o la parziale riapertura al traffico di via Munerati oppure l'esproprio temporaneo di un tratto di via Grandi, di proprietà privata. Ma nessuna delle due soluzioni può essere attuata, secondo quanto sostiene il dirigente dei Lavori Pubblici del Comune Michele Cavallaro, e questo non ha fatto altro che aumentare la rabbia dei manifestanti.
IL PORTAVOCE
A portare il loro messaggio è stato Fabiano Rizzo, noto per essere stato anche il presidente dell'Iras fino al 2016 e candidato tra le file della Lega: «Ci troviamo chiusi in casa - ha detto - Non vogliamo sindacare sulla sicurezza, ma proporre soluzioni alternative per risolvere il disagio dei residenti di Cantonazzo, Concadirame e Granzette, oltre a quello di chi lavora per strada, come i fattorini. Le soluzioni sono le stesse che proponiamo da tempo, l'ultima occasione è stata venerdì scorso, quando però non si è presentato nessuno dell'Amministrazione. Siamo abbastanza arrabbiati e quindi mi sento di lanciare un'accusa visto che non cogliete lo spirito di interlocuzione con i cittadini. Non parlate e non li rendete partecipi».
VORAGINI PERICOLOSE
Via Munerati è stata interessata in più occasioni da estese voragini stradali, l'ultima delle quali è avvenuta lo scorso settembre. A seguito di questo episodio, si è scoperto che le tubature dell'acquedotto sono danneggiate e la fuoriuscita dell'acqua ad alta pressione ha eroso la sede stradale, che insieme al passaggio dei mezzi ha prodotto pericolose e profonde buche. La chiusura della strada si è resa necessaria per lasciare spazio al cantiere, i cui lavori però non sono ancora iniziati.
ACQUEVENETE
La novità l'ha portata il presidente della società Acquevenete Piergiorgio Cortelazzo: «A febbraio c'è l'affidamento dei lavori alla ditta, poi ci vorranno alcuni mesi per la conclusione». Ma intanto i residenti vogliono poter evitare di percorrere oltre dieci chilometri di strada per tornare a casa. Per questo chiedono l'apertura di un tratto di strada privata in via Grandi, che diventerebbe una scorciatoia utile ad evitare il percorso più lungo. Ma non è possibile farlo, perché Cavallaro e l'assessore alla Viabilità Luigi Paulon hanno spiegato che non si può sistemare una strada in quelle condizioni (è terra battuta in condizioni di abbandono), ma i residenti non ne vogliono sapere.
LA PROPOSTA
La chiosa finale è così spettata al vicesindaco Andrea Bimbatti, che ha proposto un modo per eliminare il silenzio delle settimane passate e accelerare la ricerca di soluzioni: «Non si può nascondere che ci sia stato finora un difetto di comunicazione tra Amministrazione e residenti - ha detto - L'impegno che prendiamo è che da domani verrà istituito un tavolo permanente con dirigente, assessori competenti, un tecnico di Acquevenete responsabile delle verifiche e due rappresentanti del comitato per garantire alla frazione una comunicazione costante su quanto succede, oltre a trovare una soluzione».
Alberto Lucchin
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci