C'è il pienone per il Marti franco I negozianti: «Nascosti dai banchi»

Mercoledì 24 Ottobre 2018
LA TRADIZIONE
ROVIGO Si diceva, una volta, Sta su come la Fiera per indicare ciò che durava più giorni. E durava 8 giorni la Fiera di Rovigo, quando la data d'inizio fu fissata al 20 ottobre su supplica dei mercanti provenienti da Venezia, stabilendo poi la regola, con l'istituzione del Marti franco nel 1822, che il martedì libero dagli allora dazi e gabelle fosse il primo dopo il 20 ottobre.
VETRINE NASCOSTE
Meno male che non si dice più così, invece, è quello che pensano alcuni commercianti del centro che durante i quattro giorni di Fiera hanno sopportato di essere murati dalle bancarelle, oltre a trovarsi ciclisti che sempre più spesso sfrecciano davanti agli ingressi dei loro negozi, senza curarsi dell'incolumità dei clienti, visto che per procedere sul porfido del Corso in mezzo alla calca, dovrebbero per forza tenere la bici a mano. «Si vede che sui marciapiedi si può andare in bicicletta», commenta Giancarlo Guarnieri, che usa l'ironia per commentare la situazione. Sabato il titolare dell'Eliocopy in Corso del Popolo ha usato anche lo smartphone per postare un video sul muro di bancarelle e sul marciapiede trasformato in pista ciclabile.
«Erano stati promessi mari e monti sul fatto che ci sarebbero stati spazi tra le bancarelle per lasciar vedere anche le vetrine dei negozi, ma si sa che in Italia si rimanda sempre al prossimo anno». La nuova disposizione, pensata per non dare più le spalle alle vetrine dei negozi, si vedrà nel 2019 secondo le previsioni. Ma intanto «gli spazi tra le bancarelle sono chiusi dai teloni e dagli sportelli dei furgoni. Nei martedì di mercato - continua Guarnieri - non è così: succede solo alla Fiera e con l'Euromercato. E poi, perché niente bancarelle in via Angeli, l'unica strada di Rovigo che avrà la festa di Halloween?». E aggiunge: «È possibile continuare a fare mercati a Rovigo, se vogliamo diventare capitale italiana della cultura?».
LA PROTESTA
Guarnieri, infine, tira fuori dal cassetto un cartello che aveva richiesto di esporre già nel 2008 contro la pratica di correre in bici sul marciapiede. C'è scritto: Si ricorda al cittadino (mal)educato: bici a mano. Ma il permesso per esporlo gli fu negato. Oggi il cartello bocciato torna d'attualità, anche a sentire alcuni commercianti vicini: «Come sfrecciano le biciclette! Visto che non riescono a passare in Corso...», dice qualcuno.
Mentre altri se la prendono per «il mancato rispetto delle regole che erano state promesse: dovevano esserci spazi scoperti e distanze per far vedere anche i negozi dietro le bancarelle. Però nessuno ha rispettato le regole». Si puntualizza che sugli incassi dei negozi in centro il contestato muro delle bancarelle non ha influito più di tanto. Ma anche dove le vetrine dei negozi sono rimaste in mostra per lo struscio della Fiera, come in via X Luglio, dove le bancarelle quest'anno sono state tolte, le cose non sono andate meglio. Al contrario: «Gli incassi sarebbero andati decisamente meglio con le bancarelle - racconta Ilaria Tomasi di Arché - Sono state tolte per motivi di sicurezza, è stato detto, ma gli spazi per farne stare qualcuna c'erano e avrebbero dato più continuità all'afflusso di persone lungo la via».
SICUREZZA GARANTITA
Per la sicurezza hanno vigilato con puntualità le forze dell'ordine, mentre nei punti con le barriere antiterrorismo poteva capitare di non trovare sorveglianti. E all'altezza del palazzo dell'Agenzia delle entrate, una bancarella nei 4 giorni di Fiera ha continuato a stendere delle corde verso quella dirimpettaia per disporre un telo riflettente: utile a proteggere la mercanzia dal sole, ma d'ostacolo al passaggio di eventuali mezzi di soccorso.
Nicola Astolfi
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