Bimbo morì in ospedale a 6 anni Chiamata a processo anche l'Ulss 5

Giovedì 12 Luglio 2018
TRIBUNALE
ROVIGO Non è ancora entrato nel vivo il processo per la morte del piccolo Giovanni Morello, spentosi ad appena 6 anni, il 13 gennaio 2016, mentre si trovava all'ospedale di Rovigo, ricoverato da cinque giorni a causa di un forte mal di pancia.
Ieri si è tenuta la seconda udienza, nella quale è avvenuto il passaggio formale della citazione come responsabile civile dell'Ulss 5, entrata così nel processo penale, con la richiesta di risarcimento da parte di genitori e nonni del piccolo, costituiti parte civile con l'avvocato Cristiano Violato del foro di Padova, che avverrà quindi in questa sede prima di approdare, eventualmente, anche in sede civile. Poi tutto è stato rinviato al 10 settembre.
LA TRAGEDIA
Saranno passati 33 mesi da quando è avvenuta la tragedia, che ha scosso profondamente l'intero Polesine, oltre alla comunità di Anguillara dove il bambino viveva con i genitori Federico e Tiziana. Il ricovero del bambino era stato deciso precauzionalmente, anche se in quel momento ai dolori addominali non era associata la febbre alta. Dalla prima ecografia sembrava essere esclusa la presenza di un'occlusione. Che è stata invece la causa della sua morte.
Inizialmente erano stati indagati sette medici, ma dopo la chiusura delle indagini, è stato chiamato a rispondere dell'ipotesi di reato di omicidio colposo per colpa medica il solo Vincenzo Rametta, 43 anni, dirigente medico della Struttura organizzativa complessa di Pediatria dell'ospedale rodigino, al tempo anche direttore facente funzione: secondo l'accusa non ha richiesto una consulenza chirurgica generale o specialistica pediatrica, né approfondimenti ematochimici o strumentali, ma soprattutto non ha incluso nella diagnosi la possibile occlusione intestinale e non ha tempestivamente prescritto un intervento chirurgico di asportazione dell'ansa ileale, la strozzatura dell'intestino che ha poi portato alla morte del piccolo Giovanni.
F.Cam.
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